FABRIANO – La scuola media Marco Polo di via Fabbri, chiusa da maggio, al centro di nuovi problemi. Mentre il prossimo mese gli alunni e il personale, circa 300 unità, dovranno trasferirsi presso l’Istituto Morea, dall’altra parte della città, è arrivato lo stop, in autotutela, all’iter che avrebbe permesso di avviare i lavori di adeguamento sismico del plesso con fondi statali da 1,3 milioni di euro. In primo piano la determina 444 del dirigente comunale settore Assetto del territorio, firmata venerdì. Le reazioni dell’opposizione con le dure parole del capogruppo del Pd, Giovanni Balducci. Nonostante le parole del sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, dalle opposizioni consiliari si protesta.
«Sul tema della Marco Polo il rischio di perdere il finanziamento di 1.330.000 euro comincia ad essere reale. La determina 444 del 20/08/2021 è arrivata, almeno per me, abbastanza inaspettata – dice il capogruppo del Partito Democratico, Giovanni Balducci -. Mi era sembrato di capire, soprattutto dopo l’approfondimento delle tematiche in conseguenza della mia interpellanza, che fosse stato chiarito l’intero iter procedurale: nello specifico mi sembrava chiarito che il nome dell’impresa era indispensabile per ottenere l’autorizzazione sismica dall’ex genio civile. Prova ne era che il dirigente aveva dato seguito alla gara per la nomina del collaudatore e mancava solo la figura del direttore dei lavori, normalmente il dirigente stesso, e si poteva richiedere l’autorizzazione sismica e dare inizio alle opere. Invece si è proceduto inspiegabilmente secondo me, alla luce degli atti e dei chiarimenti che ci sono stati, all’annullamento in autotutela dell’aggiudicazione definitiva per di più sulla scorta di considerazioni che definirei, ad una prima lettura, piuttosto “leggerine”. Ora lo scenario che si prefigura è: contenzioso con l’impresa e perdita del contributo ministeriale. Un’altra deleteria eredità lasciata da questa amministrazione indefinibile alla città di Fabriano, ai ragazzi e al corpo docente e non della Marco Polo, una scuola di primo livello regionale, uno dei pochi plessi ad indirizzo musicale, che tenderà purtroppo a dissolversi. Una ulteriore dimostrazione di una gestione della “res publica” orientata a distruggere e non a costruire per carenze di programmazione e di idee risolutive».