FABRIANO – Nuovi guai per il truffatore seriale 23enne di Fabriano. Gli agenti del commissariato di Pubblica sicurezza, agli ordini del commissario Capo, Sandro Tommasi, sono riusciti a far capire la pericolosità del soggetto e, quindi, farsi convalidare la richiesta di custodia cautelare in carcere del soggetto che, dal 22 agosto, si trova rinchiuso a Montacuto.
Un nucleo di poliziotti specializzatisi nel contrasto del reato di truffa, soprattutto con modalità online, sempre più utilizzata dai malviventi, è stato messo in piedi all’interno del commissariato di Fabriano. Si tratta di investigatori esperti, con centinaia di episodi analizzati e risolti, che nella maggior parte dei casi riescono a dare un nome e un volto agli autori degli episodi truffaldini, grazie anche all’utilizzo di modernissime apparecchiature informatiche e a un costante aggiornamento concernente le nuove tecniche di adescamento utilizzate sul web.
Stavolta ad essere messo di fronte – nuovamente – alle proprie responsabilità è stato un 23enne fabrianese, in passato già arrestato due volte in flagranza di reato dal “nucleo anti-truffe” del commissariato di P.S. di Fabriano.
Il primo episodio risale al 15 febbraio 2017 (leggi l’articolo), a seguito di una denuncia di una donna residente a Grosseto. Il 23enne di Fabriano aveva simulato il pagamento di una costosa macchina fotografica attraverso l’esibizione di una falsa attestazione di pagamento. Gli agenti erano riusciti a rintracciare il vettore commerciale che era stato incaricato della consegna e, dopo essersi nascosti all’interno del mezzo, avevano atteso la consegna, per poi ammanettarlo e assicurarlo alla magistratura, la quale il giorno dopo convalidava l’arresto avvenuto in flagranza di reato.
A distanza di un anno, il 23enne ci era ricascato (leggi l’articolo). Stavolta, però, quest’ultimo, oltre a farsi inviare del denaro, era riuscito a farsi spedire anche un costoso paio di scarpe da ginnastica con il medesimo raggiro, ovvero l’invio di una finta ricevuta di pagamento. L’epilogo è stato il medesimo: immediata carcerazione a seguito di arresto.
Dopo quest’ultimo episodio il commissario Capo Sandro Tommasi, aveva avanzato una proposta alla Procura della Ancona di misura cautelare in carcere stante le circa 50 denunce accumulate dal fabrianese nel corso di circa tre anni e mezzo. La Procura della Repubblica ha condiviso l’impianto accusatorio sottolineando in particolare al Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Ancona che gli ultimi sette episodi commessi dal truffatore seriale erano tutti caratterizzati da un minimo comun denominatore: internet.
La Procura della Repubblica ha altresì evidenziato che le esigenze custodiali dell’indagato potevano essere soddisfatte solo con una sua traduzione in carcere. Il G.I.P., analogamente, dopo aver ravvisato che in seguito al secondo arresto operato dai poliziotti del Commissariato di Fabriano il 23enne fabrianese aveva patteggiato la pena e già goduto della sospensione condizionale della stessa, ha sostenuto che: «…non vi sono dunque ragioni per ritenere che l’indagato si asterrà dalla futura commissione di ulteriori truffe perché questo è il suo modus vivendi e questa è divenuta la sua stabile occupazione. Ogni altra misura, diversa da quella richiesta dal PM, è inidonea a tutelare il patrimonio delle persone offese e degli utenti inconsapevoli che dovessero continuare ad aderire ai suoi falsi annunci…essendo notoria la facilità di accesso alla rete internet da ogni luogo ed in ogni condizione disponendo anche di un semplice cellulare…».
Il medesimo G.I.P., pertanto, il 22 agosto scorso ha emanato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il giovane truffatore seriale, la cui esecuzione è stata attuata in pari data da personale del Commissariato di Fabriano. A oggi il 23enne è ancora detenuto nel carcere di Montacuto.