GENGA – Contributo economico per garantire l’importante servizio del giudice di pace a Fabriano, si apre lo scontro istituzionale fra i sindaci di Fabriano, Gabriele Santarelli, e il collega di Genga, Marco Filipponi. Il primo aveva stigmatizzato il comportamento delle Amministrazioni comunali del compresorio che, a dire di Santarelli, avevano tutte deliberato per il non sostegno economico. Oltre a Genga, Sassoferrato, Serra San Quirico e Cerreto D’Esi. Fabriano si sarebbe, dunque, sobbarcata tutto l’onere dei costi, circa 140mila euro, pur di non perdere questo servizio vitale non solo per gli avvocati, ma anche per tutti i residenti che, altrimenti, si sarebbero dovuti recare al Tribunale di Ancona per qualsiasi esigenza di natura giudiziaria, come già avviene in larga parte data la soppressione della sede distaccata nella città della carta. Ora la replica di Filipponi che, certamente, non le manda a dire.
«Spiace apprendere da fonti pubbliche della diramazione di una nota ufficiale del sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, riguardo una mancata collaborazione da parte dei Comuni di Genga, Sassoferrato e Serra San Quirico per il sostegno dei costi di funzionamento dell’Ufficio Giudice di Pace. Una convenzione stipulata, e poi interrotta, dalla precedente Amministrazione del comune di Genga, che ha comunque onorato gli accordi economici sottoscritti fino all’anno 2018 incluso», evidenzia il primo cittadino gengarino.
Infatti, la precedente Amministrazione, con comunicazione del 03/10/2018, faceva presente al sindaco Santarelli la volontà del Comune di Genga di sospendere l’accordo per l’anno 2019, in vista di maggiori chiarimenti sulle spese da sostenere per il mantenimento del servizio. «Dunque non possiamo che definirci stupiti del fatto che il Comune di Fabriano abbia inviato in data 02/10/2019 una lettera ai nostri uffici richiedendo somme non corrisposte per l’anno 2019. Ancor più stupefacente è il fatto che il sindaco di Fabriano, nella medesima lettera del 2 ottobre scorso, abbia sollecitato un tavolo di concertazione per la discussione di tali questioni, ma la convocazione non è mai stata ricevuta da nessuno dei Comuni da questi indicati come inadempienti».
In coda, la mano tesa. «La invito a convocare quanto prima l’incontro da lei annunciato, invece di alludere a nuovi scenari in contesti lontani dal tema in oggetto. Le rinnovo la mia disponibilità a proseguire sul nostro comune intento collaborativo».