FABRIANO – Rischio perdita dell’Utic all’Engles Profili di Fabriano, proposta dei sindacati. Mentre la Regione stanzia 10milioni di euro per la palazzina danneggiata dal sisma agosto-ottobre 2016. Intanto, il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli, è intenzionato ad avere un incontro con il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, per il futuro del presidio ospedaliero cittadino.
Tiene ancora banco la questione sanità nel dibattito cittadino. A seguito della sospensione della delibera con la quale si sarebbe dovuto sopprimere l’Utic di Cardiologia dell’ospedale di Senigallia, cresce la preoccupazione che alla fine, sia quello fabrianese a essere sacrificato. Dall’Area vasta n. 2 infatti, si è confermato che dei tre Utic attualmente presenti a Fabriano, Jesi e Senigallia, a sopravvivere dovrebbero essere solo due. In questo dibattito, ecco la presa di posizione dei sindacati, con una nota unitaria, firmata da Cgil-Cisl-Uil della provincia di Ancona.
«Riteniamo che una reale soluzione debba affrontare tutte le criticità esistenti senza innescare una guerra tra plessi ospedalieri e tra territori. L’impostazione ora sospesa infatti, poteva determinare la messa in discussione, con la chiusura dell’Utic senigalliese, della presenza del Dipartimento di Emergenza di primo livello, non legittimando più la struttura a trattare pazienti gravi in situazione di emergenza-urgenza, e prestandosi a futuri ridimensionamenti. Sono infatti già presenti servizi di natura riabilitativa legati alla cardiologia, non solo in Area Vasta, ma nella stessa sede di Senigallia.
Quella impostazione, forse frettolosa, certo non condivisibile, può oggi, a nostro parere, essere mutata in un clima di positiva condivisione fra strutture, territori e comunità. Si dovrebbe in sostanza dare la possibilità di mantenere i letti di Terapia Intensiva in tutti e tre i plessi ospedalieri, attraverso una Utic che operi trasversalmente sul territorio dell’Area Vasta; allo stesso modo di una Unità operativa di Cardiologia e una di Aritmologia, anch’esse operanti in maniera trasversale.
In questo modo sarebbero garantiti ai tre presidi, di Jesi, Fabriano e Senigallia, servizi di cardiologia adeguati, indispensabili alla soddisfazione dei bisogni della cittadinanza. La presenza di letti di Utic permetterebbe inoltre il mantenimento del Dipartimento di Emergenza di primo livello, che costituisce un elemento di specializzazione della struttura ospedaliera che Senigallia, alla pari degli altri due, non può permettersi di perdere. Pensiamo quindi che l’Asur non possa che prendere in esame una proposta coerente con la strada da noi indicata», conclude la nota.
In attesa di una risposta, dalla Regione hanno annunciato lo stanziamento di 10milioni di euro per ricostruire la parte dell’ala A, quasi 4.500 metri quadrati, ormai chiusa da nove mesi – poiché danneggiata dal sisma del Centro Italia – che ha determinato uno spostamento dei servizi con non pochi disagi tra gli utenti. Una notizia sicuramente positiva che però, non placa le forti preoccupazioni.
Tanto è vero che il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli, a seguito di un primo incontro avuto nei giorni scorsi, elenca una serie di disagi per l’utenza. «Le notizie che ho iniziato a raccogliere parlano di un ospedale che, da tempo, pezzo dopo pezzo, sta perdendo personale e professionalità. In questo modo vengono messi a rischio numerosi reparti e servizi senza dare nell’occhio: i reparti non chiudono, ma vengono spogliati e resi inefficienti. Diversi cittadini mi hanno segnalato che in questi giorni, il Cup non riceve più prenotazioni per le prestazioni cardiologiche. Questa notizia segue di poco tempo quella sulla riorganizzazione degli Utic, Unità Terapia Intensiva Coronarica, secondo la quale, di tre strutture cardiologiche, Jesi Fabriano e Senigallia, ne rimarranno aperte solo due.
Attualmente, nelle Marche esistono dieci cardiologie con Utic, nel pieno rispetto degli standard previsti: due Utic sono nei Dea (dipartimento di emergenza e accettazione) di secondo livello – aziende ospedaliere e ospedali riuniti di Ancona e Marche Nord a Pesaro/Fano-, le altre otto sono nei Dea di primo livello – Urbino, Senigallia, Jesi, Fabriano, Civitanova, Macerata, Ascoli, Fermo. Appare chiaro quindi che la Regione sta commettendo un errore in questa fase di riorganizzazione, in quanto vuole applicare gli standard del DM Balduzzi su base provinciale, facendo perdere quindi una unità operativa. Agosto è il mese in cui storicamente la politica commette i delitti più efferati, per questo la nostra attenzione è massima», tuona il primo cittadino che ne ha discusso anche in Giunta, con il gruppo dei consiglieri e con gli attivisti.
«Siamo pronti ad azioni importanti per difendere la nostra struttura. Il presidente Luca Ceriscioli verrà convocato per venire a riferire in città circa le sue intenzioni, ma questa volta si dovrà prendere la responsabilità di presentarsi di fronte ai cittadini. Nei prossimi giorni cercherò di capire quanti Sindaci del territorio dell’entroterra sono disponibili ad affrontare una battaglia unitaria per la difesa di una struttura che offre servizi fondamentali ai cittadini di tutta l’area».