FABRIANO – «La Lega è dalla parte dei lavoratori e delle loro famiglie: i vertici dell’azienda, insieme ai rappresentanti delle sigle sindacali coinvolte, sono stati convocati dalla Giunta Regionale con massima urgenza giovedì 8 aprile». Lo ha reso noto il commissario della Lega Marche, Riccardo Augusto Marchetti, in seguito all’annuncio da parte di Elica – multinazionale di Fabriano leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti, di 409 esuberi su 560 operai, che sanciscono la chiusura dello stabilimento di Cerreto d’Esi, e un consistente depotenziamento del sito di Mergo, con conseguente trasferimento di gran parte della produzione in Polonia. Mentre il direttivo fabrianese di Fratelli d’Italia chiede che il presidente di Elica, Francesco Casoli, spieghi le posizioni dell’azienda.
Continua a suscitare reazioni, il piano strategico 2021-2023 presentato da Elica. «È opportuno che l’azienda chiarisca alla Regione le motivazioni che hanno portato a pianificare questa riorganizzazione cosicché la Giunta possa intraprendere azioni concrete volte a evitare gli effetti devastanti che questa delocalizzazione potrebbe avere sul territorio fabrianese, già compromesso gravemente sul piano economico. La nostra storia testimonia come da sempre sosteniamo i lavoratori difendendone i diritti – ha rimarcato il commissario legista Augusto Marchetti – e anche stavolta la Lega è pronta a tutelare posti di lavoro che consentono di mantenere centinaia di famiglie marchigiane».
Fratelli d’Italia di Fabriano chiede al presidente di Elica, Francesco Casoli, «di metterci la faccia e spiegare» il piano di riorganizzazione. «Esprimiamo solidarietà a tutti coloro coinvolti in questa ennesima tragedia economica che si sta abbattendo sul nostro già martoriato territorio. Ma non vorremmo perderci in sterili proclami, non è nelle nostre corde. Francesco Casoli ha il dovere morale di intervenire e spiegare, non demandare, ma metterci la faccia anche nei momenti difficili. Smettiamola con le prese in giro, non parlateci di internazionalizzazione, perché andare in Polonia non è internazionalizzazione ma chiara e certa delocalizzazione. Domandiamo: perché all’interno dell’Europa ci sono paesi che non adottano l’Euro? Perché in Europa ci sono paesi dove la manodopera costa un quinto che in Italia? La politica è l’unica vera responsabile di questo disastro», spiegano dal direttivo di Fdi Fabriano ricordando l’impegno di Giorgia Meloni «da sempre denuncia questo stato di fatto».
Tornando alla vertenza Elica, da Fdi si pone l’accento anche sulle possibili ripercussioni per l’indotto. «Quante piccole aziende vedremo chiudere, quante partite Iva rimarranno inoccupate?», si domandano per poi citare, concludendo, l’Ariston Thermo «che grazie alla capacità imprenditoriale di Francesco Merloni, non solo non abbandona il territorio, ma anzi lo sta rafforzando, questi sono gli esempi da seguire».