FABRIANO – Elica conferma le aperture, ma bacchetta i sindacati rei, a suo dire, di aver chiesto fin da subito che la discussione si spostasse in ambito ministeriale e non regionale. Questo il senso della nota diffusa dalla multinazionale di Fabriano, a distanza di un giorno, dall’incontro in Regione con le organizzazioni sindacali e che, di fatto, ha prodotto una fumata nera. Nel senso che le parti sono rimaste distanti e, dunque, rimangono in piedi i contenuti del piano strategico aziendale che prevede: 409 esuberi su 560 totali dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo. Ci rivedrà al Mise, non appena sarà convocato il tavolo di crisi.
La bacchettata
«Nonostante la disponibilità, non si è potuti arrivare a un vero e proprio confronto di merito in quanto, sin da subito, i sindacati si sono dimostrati fermamente convinti che l’oggetto della discussione non poteva essere trattato in sede regionale, ma necessariamente a livello nazionale. Elica ha ribadito di essere disponibile al dialogo e pronta ad un ampio approfondimento con le parti sociali sia presso il tavolo della Regione Marche che con il ministero dello Sviluppo Economico», si legge nella nota. L’azienda ha confermato la volontà a rivedere profondamente il piano industriale, «purché tale rivisitazione garantisca i presupposti dello stesso e quindi riesca a favorire un futuro competitivo a tutto il gruppo». Per Elica il dialogo può proseguire a partire dalle misure necessarie per mantenere il lavoro in Italia, riducendo il numero degli esuberi e successivamente dialogando su tutti gli strumenti utili a gestire le ricadute sociali.
I punti fermi
«L’azienda propone quindi di iniziare dall’individuazione delle categorie di prodotto che, grazie all’elevata specializzazione e qualità della manodopera, potrebbero continuare ad uscire dalle linee di produzione italiane, con l’obiettivo di ridurre l’impatto occupazionale del piano. Elica è altresì pronta a mettere in discussione il modello organizzativo dello stabilimento di Mergo per cercare di individuare forme di flessibilità dell’orario di lavoro con criteri, modalità e soggetti interessati che potranno essere individuati di concerto con le organizzazioni sindacali». Accanto a queste misure, che l’azienda considera prioritarie, «ci si potrà poi confrontare su strumenti atti a gestire l’impatto sociale quali la diversificazione industriale del sito di Cerreto D’Esi, le incentivazioni all’uscita e i prepensionamenti. Elica, consapevole dell’importanza del dialogo, è pronta a un ampio approfondimento su tali proposte e su quelle che avanzeranno le organizzazioni sindacali sia sul tavolo del ministero dello Sviluppo Economico che su quello della Regione Marche», si conclude la nota.