FABRIANO – Tornano ad Ancona i lavoratori di Elica impegnati in una dura lotta dal 31 marzo scorso, sotto la Prefettura. Da quando cioè, la multinazionale di Fabriano, leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti, ha presentato il piano strategico 2021-2023 che prevede, anche, 409 esuberi su 560 dipendenti complessivi del settore Cooking operativi nel comprensorio fabrianese, delocalizzazioni del 70% di produzioni dall’Italia verso la Polonia.
Contenuti “congelati” a seguito dell’inizio della trattativa sindacale che, ha portato al salvataggio di circa 145 posti di lavoro grazie al rientro delle produzioni di alta gamma dalla Polonia al sito di Mergo. A questi si aggiungono ulteriori 75 posti di lavoro salvabili alla fine del 2023 e con volumi ipotetici: 20 dall’allocazione di alcuni modelli di vertical, mentre altri 15 deriverebbero dalla internalizzazione da una lavorazione oggi fatta in conto terzi nella seconda metà del 2022. Il recupero di ulteriori 20 persone deriverebbe, infine, da una generica crescita del prodotto di punta NikolaTesla, altri 20 dal lancio di un nuovo prodotto sempre legato alla linea NikolaTesla nella seconda metà del 2023.
La decisione: il presidio ad Ancona
Al termine delle assemblee con i dipendenti, la decisione del Coordinamento sindacale unitario che ha, quindi, optato per una nuova mobilitazione. «Domani, giovedì 28 ottobre una delegazione di lavoratrici e lavoratori di Elica daranno luogo ad un presidio sotto la Prefettura di Ancona, dalle 10 alle 11.30. Continua la mobilitazione a sostegno della vertenza contro centinaia di licenziamenti, contro le delocalizzazioni, per un piano che veda il lavoro che torna in Italia per il rilancio del territorio. Abbiamo chiesto ad Elica di tornare al tavolo al più presto per definire i volumi produttivi per i siti fabrianesi, riprendendo la proposta fatta dalle organizzazioni sindacali e recepita, ad oggi, in maniera troppo residuale, per poi condividere successivamente tutti gli altri percorsi che servono per costruire un accordo: un accordo che sia all’altezza della grande passione e della forza che i lavoratori hanno dimostrato in questi mesi», concludono le parti sociali.