E FABRIANO – Continua a provocare prese di posizione a Fabriano e non solo la manifestazione dei lavoratori di Elica per gridare il proprio “no” al piano strategico 2021-2023 che prevede 409 esuberi su 560 totali dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo.
«Come Giovani Democratici ci auguriamo con tutto il cuore che la politica e le istituzioni prendano sul serio la situazione dell’Elica. Siamo davvero stanchi di queste delocalizzazioni che uccidono il tessuto produttivo dei territori e lasciano senza lavoro tante persone con delle responsabilità verso le proprie famiglie. Siamo dalla parte dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali senza se e senza ma», il commento del segretario della sezione Giovani Democratici di Fabriano, Alessandro Galli.
«Le politiche italiane degli ultimi anni hanno penalizzato le industrie e le iniziative private. Considerandole un bancomat dove attingere fondi», la disamina proposta dal capogruppo di Forza Italia Fabriano, Olindo Stroppa. «Negli ultimi decenni è aumentato a dismisura il debito pubblico creando attività non indispensabili, basti pensare ai vari enti inutili. Questo ha portato a un aumento smisurato della spesa pubblica che ha costretto negli anni a un aumento della tassazione. La globalizzazione ha messo in concorrenza le nostre aziende con strutture aziendali straniere che godono di agevolazioni fiscali. Tutto questo rende le nostre aziende in una condizione svantaggiosa e quindi fuori mercato. Di esempi be abbiamo a volontà».
L’esponente Azzurro conclude: «Urge una politica fiscale che incentivi le aziende a rimanere nel territorio nazionale, una riforma della giustizia che sia più snella anche nei contenziosi aziendali, una riforma fiscale che incentivi per chi vuole investire nelle zone di maggiore crisi, snellire la burocrazia che ingessa per lunghi periodi la realizzazione di attività produttive. Questi sono i punti sui quali dobbiamo lottare, uniti senza divisioni partitiche, tutto il resto sono inutili passerelle».