FABRIANO – Nuovo faccia a faccia, seppur in videoconferenza, per la vertenza Elica. Questo pomeriggio, convocato dal ministero dello Sviluppo economico si è tenuta la seconda riunione del tavolo di crisi che coinvolge la multinazionale di Fabriano, leader nel settore delle cappe aspiranti, che lo scorso 31 marzo ha presentato il piano industriale 2021-2023 che prevede: 409 esuberi su 560 totali dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo. Piano “sospeso” il 30 giugno scorso da parte di Elica.
Collegati, oltre ai rappresentanti del Mise Cherubini e D’Addonna, i responsabili nazionale di Fim-Fiom-Uilm, rappresentanti di Cgil-Cisl-Uil, oltre alle rappresentanze sindacali territoriali e le Rsu di stabilimento. Presenti anche le Istituzioni: l’assessore regionale al Lavoro, Stefano Aguzzi, il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli e l’assessore fabrianese alle Attività produttive Barbara Pagnoncelli. «La scadenza di questo percorso di confronto è il prossimo 30 settembre. Il MiSE continuerà a svolgere il suo ruolo da mediatore e si impegna a riconvocare Elica nei primi giorni di settembre», ha dichiarato successivamente alla chiusura del tavolo la ViceMinistra allo Sviluppo Economico Alessandra Todde
Elica ha ribadito e confermato la sospensione del piano, senza azioni unilaterali, e accettato di intraprendere un percorso condivo per una nuova stesura con sindacati e Istituzioni.
«Lo riteniamo un primo risultato positivo, ottenuto grazie alle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori di Elica, che consente di proseguire il lavoro svolto finora nel tavolo tecnico tra azienda e sindacati territoriali e il confronto per discutere in modo concreto e costruire insieme un nuovo piano industriale», il commento di Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom e responsabile del settore elettrodomestico, e Pierpaolo Pullini della Fiom Ancona. Per quanto riguarda la prosecuzione del tavolo quindi «per noi resta fondamentale continuare a perseguire i due obiettivi che sono stati condivisi, nelle fasi finali dell’incontro e dopo nostra ripetuta sollecitazione, anche dall’azienda: salvaguardare il futuro dell’azienda e l’occupazione e proseguire un confronto costruttivo per un piano industriale che garantisca la piena occupazione, mantenendo il ruolo d’eccellenza che un’azienda come Elica ha acquisito negli anni. Riteniamo un lavoro di questo tipo di estrema importanza soprattutto al fine di tutelare una storica azienda italiana nel settore dell’elettrodomestico, una delle ultime ormai scampate al ratto delle multinazionali che negli ultimi anni hanno acquisito competenze, stabilimenti e professionalità senza garantire sviluppo e produzione, anzi – come sta accadendo con la Whirlpool – decidendo di chiudere stabilimenti per puro profitto. Lavorare insieme per la salvaguardia del futuro di Elica significa quindi tutelare il futuro industriale di un’azienda italiana, del territorio in cui opera e di tutte le lavoratrici e lavoratori che hanno contribuito in modo fondamentale a farne un’eccellenza nel settore. Siamo disponibili a discutere su tutti gli strumenti che saranno necessari per portare avanti un progetto di un piano industriale condiviso ma solo a condizione che non vi sia nessun licenziamento, condizione che riteniamo vincolante anche per un impegno pubblico», hanno concluso dalla Fiom.
«La distanza tra le parti è ancora notevole, ma se ciascuno farà la propria parte fino in fondo, speriamo che si possa scongiurare il rischio licenziamenti. Speriamo che l’intervento del Mise possa aiutarci a colmarle», la posizione di Tiziana Bocchi, segretaria nazionale Uil, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm. «Abbiamo avuto modo di indicare sia le produzioni che potrebbero tornare in Italia, sia alcuni strumenti che potrebbero servire a rafforzare e sostenere un nuovo piano industriale senza più licenziamenti. Positivo che l’azienda abbia deciso di avviare una discussione che abbia un primo momento di verifica a settembre, nonché la disponibilità a ritirare i provvedimenti disciplinari irrogati a nostro avviso in modo ingiusto», hanno concluso.
Le parole di Elica
Per Elica, l’incontro di oggi «ha segnato un’importante passo in avanti per la costruzione di un dialogo con l’obiettivo di salvaguardare l’azienda e l’occupazione. In questa fase, per Elica, è fondamentale approfondire il confronto con le parti coinvolte al fine di giungere a una revisione del piano che tenga conto degli obiettivi di competitività dell’azienda. Preso atto che esistono ancora delle distanze con le parti sociali sono emerse convergenze su alcuni punti fondamentali», si legge nella nota diffusa dall’azienda. Elica ha ribadito la disponibilità al confronto partendo dalla discussione su come mantenere le produzioni in Italia e riportarne altre dalla Polonia. Inoltre, l’azienda conferma la volontà di sospendere l’esecuzione del piano stesso al fine di agevolare il dialogo tra le parti e concorda con le organizzazioni sindacali che, nel frattempo, non procederà con licenziamenti e azioni unilaterali. «Esprimiamo soddisfazione in quanto presso il tavolo ministeriale è stato colto il nostro segnale di apertura. L’individuazione di un percorso condiviso è un buon punto di partenza che auspichiamo porterà a fare passi in avanti nella gestione di questa vertenza», il commento finale di Giulio Cocci, amministratore delegato di Elica.