FABRIANO – Vertenza Elica, presidio dei lavoratori degli stabilimenti di Mergo e Cerreto D’Esi per protestare contro le decisioni presenti nel Piano strategico 2021-2023 approntato dalla multinazionale di Fabriano, leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti. Piano che prevede: 409 esuberi su 560 totali dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo. I lavoratori dicono “no” a queste misure e, nel pieno rispetto delle normative anti Covid, quindi evitando assembramenti, hanno deciso di organizzare un presidio che andrà avanti tutti i giorni dalle 6 alle 21:45, orari decisi dal coprifuoco.
C’è sconcerto e, per certi versi, stupore rispetto a quanto comunicato dall’azienda, ieri 31 marzo, ai rappresentanti dei sindacati di categoria di Fim-Fiom-Uilm. «Non siamo degli ingenui, ma non ci aspettavamo certo questi numeri», la frase più ripetuta dai lavoratori di Elica presenti al presidio. C’è poca voglia di parlare ufficialmente, ci si deve ancora riprendere dallo choc. «Di certo siamo intimoriti, ma faremo il possibile per difendere il nostro posto di lavoro e far tornare Elica sui propri passi», assicurano.
Dello stesso avviso i sindacati di categoria. «I presidi permanenti che sono stati convocati davanti alle fabbriche vogliono lanciare un messaggio chiaro e forte al management tutto e al territorio, cioè che siamo pronti e determinati a difendere il lavoro, perché oltre un decennio di sacrifici non sia stato vano, perché prima degli interessi del manager e degli azionisti deve venire il rispetto delle persone, valore fondante e pilastro dell’azienda, anche in un’ottica di prospettiva, ragionando quindi anche su quello che si lascia alle future generazioni. Chiedere denaro pubblico per licenziare uomini e donne e per accompagnare processi di desertificazione industriale di un territorio già martoriato, è un altro affronto che abbiamo letto nella comunicazione ufficiale uscita dopo l’incontro; il Coordinamento valuta inaccettabile che si distribuiscano risorse a chi delocalizza e crea disoccupazione anziché adoperarsi per il futuro del Paese. Ci siamo trovati davanti un’azienda che è sempre stata considerata un modello, che oggi chiede sacrifici per mancanza di redditività, ma che in questi anni ha distribuito milioni di euro solo come buone uscite agli Amministratori Delegati per aver portato avanti strategie che sembrano proprio essersi dimostrate fallimentari. L’incontro di ieri si è aperto con una brevissima introduzione del nuovo A.D Giulio Cocci, che non si è neanche degnato di ascoltare quello che le rappresentanze sindacali avessero da dire, ma se ne è andato subito dopo aver detto che in Italia resteranno di Elica solo i “cocci” e poco altro, o pochi altri. Altro che cuore e testa. Elica 2021-2023: inizia la vertenza per il Lavoro, per le Persone, per il territorio», dichiarano dal coordinamento unitario sindacale di Fim-Fiom-Uilm.