FABRIANO – Una manifestazione colorata, oltre 300 partecipanti, e scandita da molti slogan, quella andata in scena oggi (11 aprile), per tre ore, a Fabriano e indetta dal coordinamento unitario sindacale di Elica contro i contenuti del piano strategico che prevede delocalizzazioni, esuberi e chiusura di stabilimento di Cerreto D’Esi. “Lavoro, lavoro”, ma anche “Il Lavoro non si tocca, lo difenderemo con la lotta”, gli slogan maggiormente scanditi nel tragitto di circa un chilometro da parte dei manifestanti. Dalla Indelfab alla sede di Elica, lungo via Dante-via Ermanno Casoli. Qui, il comizio conclusivo da parte dei sindacati. «Non vogliamo più che i nostri figli debbano lasciare Fabriano per questo siamo grati del sostegno delle Istituzioni, a tutti i livelli. A queste chiediamo di mettere in campo politiche che facciano il bene dei nostri territori», le parole del responsabile della Fim, Giampiero Santoni.
«Elica ritira il Piano che tutti hanno ribadito sia inaccettabile. Mettiamo attorno a un tavolo e confrontiamoci per coniugare le vostre esigenze con quelle di tutte queste persone che oggi vi chiedono di ripensarci», il commento del rappresentante della Uilm, Vincenzo Gientilucci.
«Un’altra Elica ha contribuito a creare uno dei distretti economici più importanti d’Italia. Ora, è cambiata e in nome della finanza vuole sacrificare il futuro, la vita di centinaia di persone. Per oltre dieci anni abbiamo fatto dei sacrifici al vostro fianco e ora ci ripagate in questo modo. Vi lancio due sfide: la prima è che non riuscirete a portare il lavoro all’estero; la seconda, se avete il coraggio sedetevi insieme a noi attorno a un tavolo, insieme a noi, per rendere più sostenibili l’azienda. I vostri competitor ci riescono, forse il problema siete voi», ha concluso il rappresentante della Fiom, Pierpaolo Pullini.
Accanto ai dipendenti Elica, altre tute blu di Whirlpool, Indelfab, Electrolux e Faber e dell’indotto del distretto economico di Fabriano. Presenti anche i sindaci di Fabriano, Mergo, Genga e la vicesindaca di Cerreto D’Esi, oltre al presidente della Provincia di Ancona.
«Non è un piano di riorganizzazione, ma di smantellamento. Credo che serva anche un progetto complessivo per il rilancio dell’intero territorio», le parole del sindaco fabrianese, Gabriele Santarelli. La vicesindaca di Cerreto D’Esi, Michela Bellomaria, è altrettanto dura. «Sono qui nelle vesti di amministratrice, ma anche di ex operaia di linea nello stabilimento di Mergo di Elica. Conosco molte persone che stanno giustamente manifestando contro questo piano industriale. Il sito di Cerreto è l’unico che chiuderà e non possiamo permettercelo perché sarebbe una ferita mortale». Il sindaco di Mergo, Luca Possanzini, non nasconde una grande preoccupazione. «Una scelta industriale sconcertante che avrà un duro impatto negativo in tutto il comprensorio dell’entroterra montano della provincia di Ancona».
A concludere, l’assessore al Lavoro della Regione Marche, Stefano Aguzzi. «Il presidente Francesco Acquaroli ha appena inviato la convocazione ai sindacati di categoria per un incontro il prossimo lunedì 17 maggio alle 13 a Palazzo Raffaello per parlare della vertenza Elica», ha annunciato. «La massima attenzione da parte della Regione Marche per questa vertenza. I tavoli istituzionali, a tutti i livelli, sono già attivi e l’incontro promosso da Acquaroli è un ulteriore tassello di attenzione da parte nostra. Personalmente ho richiesto anche un intervento diretto del ministro del Lavoro, Andrea Orlando», ha proseguito. L’assessore rivolgendosi direttamente ad Elica, ha evidenziato come la multinazionale fabrianese «abbia avuto tanto da questo territorio, compresa molta solidarietà. La mia preoccupazione è che delocalizzando all’estero, non la trovi. Il rischio, quindi, è che dopo aver messo in difficoltà il nostro territorio, Elica abbia le stesse problematiche anche in Polonia. Sia chiaro – ha concluso – che cercheremo di fare tutto ciò che è in nostro potere per questa vertenza».
Infine, l’esponente della Fiom nazionale, che ha parlato a nome di tutte le segreterie nazionali quindi anche Fim e Uilm, Barbara Tibaldi. «Voi non siete soli in questa ingiustizia che state subendo. Elica sta rinnegando la propria storia, l’intero territorio e forse la proprietà. State difendendo una delle ultime aziende del comparto elettrodomestico di proprietà italiana. Un comparto che è in ripresa, ha lavoro. Eppure si vuole licenziare e delocalizzare. Cosa succederà se il lavoro dovesse mancare?», ha concluso.