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Vertenza Elica: otto ore di sciopero in risposta agli esiti dell’incontro al Mise

L’azienda si è detta disposta a considerare altri 75 posti di lavoro salvabili alla fine del 2023 e con volumi ipotetici. Ma le parti sociali giudicano insufficienti questi passi in avanti

Un momento del presidio a Roma

FABRIANO – Otto ore di sciopero anche oggi, 20 ottobre, dei dipendenti degli stabilimenti di Mergo e Cerreto D’Esi Elica a seguito della «delusione», come viene definita dai sindacati e dagli stessi lavoratori, rispetto agli esiti della riunione del tavolo di crisi svoltosi ieri, 19 ottobre, al Mise.

Una riunione andata avanti per cinque ore che non ha fatto registrare sostanziali passi in avanti nella vertenza che si è aperta ufficialmente lo scorso 31 marzo, quando la multinazionale di Fabriano, ha presentato il piano strategico 2021-2023 che prevede: 409 esuberi su 560 dipendenti complessivi del settore Cooking operativi nel comprensorio fabrianese, delocalizzazioni del 70% di produzioni dall’Italia verso la Polonia e la chiusura dello stabilimento produttivo di Cerreto D’Esi. Contenuti “congelati” a seguito dell’inizio della trattativa sindacale che, ha portato al salvataggio di circa 145 posti di lavoro grazie al rientro delle produzioni di alta gamma dalla Polonia al sito di Mergo.

L’azienda nell’incontro di ieri si è detta disposta a considerare altri 75 posti di lavoro salvabili alla fine del 2023 e con volumi ipotetici: 20 dall’allocazione di alcuni modelli di vertical, mentre altri 15 deriverebbero dalla internalizzazione da una lavorazione oggi fatta in conto terzi nella seconda metà del 2022. Il recupero di ulteriori 20 persone deriverebbe, infine, da una generica crescita del prodotto di punta NikolaTesla, altri 20 dal lancio di un nuovo prodotto sempre legato alla linea NikolaTesla nella seconda metà del 2023. Passi giudicati «insufficienti» dai sindacati di categoria Fim-Fiom-Uilm, da qui la decisione di riprendere ufficialmente lo stato di agitazione e indire per oggi le 8 ore di sciopero.

«Il sindacato può condividere l’idea di recuperare efficienza e competitività al fine di avere una fabbrica più solida, ma non può condividere il progetto di puro e semplice ridimensionamento», le parole delle parti sociali che annunciano la convocazione di assemblee con i lavoratori per proseguire nella mobilitazione.