FABRIANO – Un tavolo di crisi regionale sulla vertenza della JP Industries di Fabriano, «anche perché si tratta di una vera e propria corsa contro il tempo». A chiederlo sono i vertici della Fiom, rappresentati dal responsabile della zona di Fabriano Pierpaolo Pullini e dal Segretario generale Tiziano Beldomenico.
Un forte monito a tutte le istituzioni coinvolte, «affinché facciano la propria parte» e all’imprenditore «perché mantenga quanto dichiarato nel corso dell’ultimo incontro al Mise il 4 luglio scorso», quello rivolto dai vertici della Fiom sulla vertenza della JP Industries di Fabriano dell’imprenditore cerretese Giovanni Porcarelli che ha acquistato il comparto bianco dell’ex Antonio Merloni. Azienda che ha avanzato domanda di concordato in bianco ai giudici del Tribunale di Ancona, sezione Fallimentare. «La ratio del concordato è quella di garantire i massimi livelli di occupazione e di onorare tutti i debiti. La dichiarazione dell’azienda è stata inequivocabile e, se questi sono i termini, sicuramente deve essere sostenuta in quanto mette al centro la tenuta sociale sia per quanto riguarda i posti di lavoro da salvaguardare sia per il rapporto con i fornitori del territorio. Gli impegni istituzionali non possono rimanere solo parole, ma devono trovare realizzazione nella pratica, mettendo in campo tutte le azioni per salvare, nel territorio fabrianese, un’impresa che rappresenta un’eccellenza di innovazione e di prodotti, per tutto il Paese. Il finanziamento del progetto, adesso che la situazione debitoria di JP è stata congelata, rappresenta il più grosso ostacolo; una risposta su questo punto non è più rimandabile e le Istituzioni locali e nazionali se ne devono fare carico alla luce della valenza sociale e industriale di questa delicatissima vertenza», scrivono Pullini e Beldomenico.
La Regione Marche deve prevedere uno specifico focus sulla vertenza JP Industries «per individuare tutte le azioni di sostegno che si possono mettere in campo e per richiamare anche l’imprenditore alla massima responsabilità, tanto più nella prospettiva della costituzione di un tavolo di crisi regionale con le Confederazioni, del quale la Fiom e tutta la Cgil vogliono essere parte attiva».
Il breve periodo di copertura degli ammortizzatori sociali, scadenza cassa integrazione al 31 dicembre di quest’anno, «deve essere utilizzato in maniera proficua e non può essere sprecato: ogni giornata che passa rappresenta un avanzamento verso situazioni già vissute e l’inerzia è una condizione che non ci si può più permettere. Serve una forte volontà politica per tutelare un settore del patrimonio industriale nazionale. È necessario uno sforzo comune per il salvataggio di un territorio che vive uno stato di agonia, ma che non vuole arrendersi».