FABRIANO – È il probabile giorno del redde rationem per la vertenza Tecnowind. Questa mattina summit al Mise, si spera, decisivo per conoscere le sorti dell’azienda fabrianese che produce cappe aspiranti. Possibile passaggio di mano e proroga degli ammortizzatori sociali, questi i due nodi cruciali da sciogliere.
Alle 12:30 di oggi 23 ottobre, nella sede di Roma del ministero dello Sviluppo economico si ritroveranno attorno a un tavolo i rappresentanti della Tecnowind, dei sindacati e i tecnici ministeriali. In città, c’è attesa mista a tensione. Dopo che la riunione è stata aggiornata per ben due volte, ci dovremmo essere per capire come evolverà questa vertenza che si trascina da oltre un anno.
Al momento, si è fermi alle ultime novità emerse nel corso del summit di inizio mese. Per quel che riguarda la potenziale vendita, il management aziendale ha rivelato che sarebbero emersi interessamenti per l’acquisto degli asset esteri: gli stabilimenti in Romania e Cina. Ma anche una potenziale offerta per lo stabilimento fabrianese. Non dovrebbe esserci, invece, un interessamento per l’acquisto dell’intero perimetro industriale. Di certo, inoltre, che le offerte non sono ancora vincolanti. Un problema non da poco visto che il 7 novembre prossimo scadrà la proroga per il concordato in continuità. E lo spettro del fallimento è, ormai, dietro l’angolo.
I sindacati sono fortemente preoccupati per il destino dei circa 250 lavoratori diretti e altrettanti dell’indotto. Per questo – considerando che gli ammortizzatosi sociali scadranno a metà dicembre prossimo – stanno facendo pressing verso le Istituzioni per cercare una proroga. Fondamentale se si vuole evitare l’ennesima ecatombe occupazionale nel fabrianese.
La Regione, grazie a una interpellanza del consigliere regionale del Pd, Enzo Giancarli, è intervenuta nella vicenda, chiedendo di conoscere i nomi delle realtà industriali che hanno manifestato interesse, a vario titolo, per rilevare gli asset della Tecnowind. Si spera che oggi queste richieste possano essere evase.