FABRIANO – Buone notizie in casa Whirlpool al rientro dalle ferie. Una nuova commessa da 9.000 pezzi da evadere entro fine mese. Incrementata la forza lavoro interinale. Si spera che possa esserci un ulteriore incremento di produzione all’interno dello stabilimento di Melano di Fabriano anche per il prossimo mese di settembre.
I volumi, a consuntivo di fine anno, dovrebbero essere sempre deficitari per un 10%, come rimarcato dalla stessa Whirlpool nel corso dell’ultimo incontro in remoto al Mise, alla presenza dei sindacati. Ma certamente si sta assistendo a un’inversione di tendenza che lascia ben sperare per la fine del 2020. A Melano di Fabriano, hub Emea per la produzione di piani cottura elettrici e a gas, luglio e agosto hanno fatto segnare un surplus produttivo importante. Tanto da indurre la multinazionale americana a ricorrere a lavoratori interinali, prima 30 e poi il numero innalzato attorno alle 40/50 unità. E questo perché, per l’appunto, sono state intercettate nuove commesse.
L’ultima in ordine di tempo riguarda 9 mila piani cottura elettrici e a gas entro fine agosto. E non è detto che il trend positivo possa perdurare anche a settembre. Le parti sociali guardano con rinnovato interesse questa situazione e si augurano che i volumi produttivi possano diventare strutturali. Questo perché, la stessa Whirlpool a fine luglio scorso aveva confermato che per il sito produttivo di Melano di Fabriano, a fine 2020, è prevista una perdita di volumi prodotti stimabile attorno al 10%. Questo per via dei mesi di lockdown, ma anche per una contrazione del mercato di riferimento che si era già registrata a inizio anno.
«Si rendono necessarie garanzie sui volumi produttivi, aumentanti improvvisamente nelle ultime settimane, ma che necessitano di garanzie di stabilizzazione anche nel medio periodo e non solo nell’immediato, in maniera tale da rendere sostenibile la vita delle persone con le esigenze lavorative, a fronte di un’organizzazione del lavoro che rischia di apparire e diventare caotica ed irrazionale; è irrimandabile una soluzione al problema delle decine di persone con ridotte capacità lavorative che ancora beneficiano troppo poco dell’aumento della produzione e continuano a subire troppe ore di cassaintegrazione», evidenziano dalla Fiom.