FERMO – Nei giorni scorsi, i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria, nel corso di mirate attività di controllo presso i depositi di diversi spedizionieri di Fermo hanno individuato pacchi emananti un forte odore di marijuana destinati ad un’azienda attiva nel settore della rivendita di cannabis light nel Fermano. Gli accertamenti, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno consentito di rinvenire oltre 83 chili di marijuana, sprovvista della relativa documentazione di acquisto e degli esami di laboratorio attestanti la quantità di principio attivo consentito per legge.
L’intervento eseguito consentiva di sottoporre a sequestro l’intero quantitativo di sostanza stupefacente rinvenuto e di denunciare il rappresentante legale della società destinataria della droga. L’operazione dei militari delle fiamme gialle rientra nell’attività di monitoraggio di tutte le merci in genere – quotidianamente veicolate attraverso le compagnie di trasporto nazionali ed internazionali – effettuato spesso con le unità cinofile, determinanti per l’individuazione di plichi contenenti sostanze illecite. Nell’ultimo bimestre, di ottobre e novembre, grazie all’impegno profuso dai finanzieri, è stato possibile sottoporre a sequestro oltre 192 chili di marijuana, la cui vendita al dettaglio avrebbe potuto fruttare ben oltre due milioni di euro.
Lo stupefacente sarà sottoposto, non appena disposto dall’autorità giudiziaria, alle previste analisi di laboratorio volte a confermarne il principio attivo. «L’operazione di servizio – dice il comandante provinciale, il colonnello Massimiliano Bolognese – si inserisce in un più ampio dispositivo volto a prevenire e contrastare i traffici illeciti, tra cui quelli di sostanze stupefacenti, a dimostrazione del costante impegno del Corpo per la tutela della legalità e della salute pubblica impedendo l’immissione sul mercato, soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione, di un considerevole quantitativo di stupefacente, la cui vendita, oltre a danneggiare la salute dei consumatori, avrebbe altresì fruttato illeciti guadagni».