Dopo il Micam di Milano, le imprese marchigiane del distretto calzatura pelletteria e accessori saranno impegnate da martedì 19 ottobre a venerdì 22 ottobre alla fiera Obuv Mir Kozhi di Mosca. La partecipazione della collettiva è coorganizzata da Linea Azienda Speciale della Camera di Commercio delle Marche e Regione Marche.
La fiera è dedicata alla calzatura e prodotti in pelle di medio-alto e alto livello e rappresenta un appuntamento fondamentale per consolidare le relazioni commerciali esistenti ed avviare nuovi contatti con la potenziale vastissima fascia di clientela.
Quando si apriranno i portoni dell’Expocentre di Mosca per l’edizione 2021 di Obuv Mir Kozh, (organizzata da BolognaFiere, ICE ed Assocalzaturifici), gli imprenditori marchigiani saranno finalmente fisicamente ad una fiera internazionale all’estero presentando le nuove collezioni ai buyer russi. Per le Marche parteciperanno 39 aziende su un totale di 77 imprese italiane espositrici: un ottimo numero per il nostro territorio che viene letto come segnale di ripartenza.
Per Francesca Orlandi Presidente di Linea: «Grazie all’accordo tra Camera di Commercio delle Marche e Regione Marche il costo per lo stand a carico delle aziende è stato abbattuto di circa il 50%. Credo che, nel contesto incerto che stiamo vivendo sia fondamentale per le PMI marchigiane, l’impegno delle istituzioni nel supporto alle esportazioni».
Mirco Carloni – Vicepresidente Regione Marche – assessore allo sviluppo economico: «Le istituzioni regionali stanno esprimendo il massimo sforzo per la valorizzazione delle imprese marchigiane sui mercati nazionali ed esteri. Perseguiamo con determinazione la strategia di promozione di un ‘brand Marche’ forte e riconoscibile centrato sulla qualità delle produzioni, capace di penetrare i mercati e garantire il dovuto valore aggiunto a chi fa impresa nella nostra regione».
La collaborazione tra Regione Marche e Camera Marche, anche tramite il braccio operativo delle sue Aziende Speciali di settore, sarà determinante per la programmazione dei prossimi mesi di azioni per promuovere le produzioni marchigiani all’estero. Intanto l’autunno caldo delle fiere, dopo Cibus, Salone del Mobile, SANA, MICAM e SMAU, prosegue con la sua prima tappa estera:
«In fiera – prosegue Francesca Orlandi – le aziende presenteranno ai buyer russi collezioni originali capaci di soddisfare i desideri della clientela più esigente. Sono sicura che la combinazione di tecnologia, materiali innovativi e lavorazione artigianale farà spiccare le Marche. Mi auguro che la numerosa presenza di imprese marchigiane si traduca in un segnale di ripresa dell’export verso la Russia, un mercato storicamente tra i più importanti per le produzioni delle aziende del distretto. L’export marchigiano del distretto verso la Russia, nei primi sei mesi del 2021, ha registrato rispetto all’anno orribile del 2020, una crescita del 19.88% con un valore di 43.854.015 euro. Ma è ancora molto lontano dal valore export degli anni pre-covid».
E’ di questi giorni lo studio diffuso dal sistema camerale con elaborazione territoriale Camera Marche sul valore aggiunto (confronto tra gli anni 2019 e 2020) dove la provincia di Macerata ha segnato una riduzione della ricchezza pro-capite importante avendo una economia prevalentemente manifatturiera, inoltre nel gruppo delle province con la maggiore l’incidenza di valore aggiunto prodotto dal comparto abbigliamento calzature, è quella con la riduzione maggiore*.
«Per affrontare questa situazione – prosegue Francesca Orlandi – l’Azienda Speciale Linea continuerà sostenere le imprese del distretto sul versante dell’internazionalizzazione e della penetrazione dei mercati esteri. Stiamo già lavorando sulla programmazione delle fiere e delle missioni per il primo semestre 2022 inserendo quelle manifestazioni che rappresentano un’opportunità insostituibile per entrare in contatto con i buyer esteri e ampliare il raggio d’azione del business marchigiano».
* L’unica provincia, nella regione, che contiene la caduta fermandosi su un valore inferiore rispetto alla media nazionale, è quella di Ancona (-6,6%), mentre sono tre quelle che vengono indicate con perdite a doppia cifra: Pesaro e Urbino (-10,2%), Ascoli Piceno (-11,9%) e Macerata (-12,5%), rientrando in tal modo nel novero delle performance provinciali più sfavorevoli nell’ambito del Paese. La provincia di Fermo, infine, chiude l’anno con una variazione del valore aggiunto pari a -7,3%, non troppo lontana dalla media italiana (-7,1%).