FERMO – Sviluppo di prodotti e servizi innovativi legati alla Blue Economy grazie al progetto realizzato dall’Università di Camerino; cinque le realtà marchigiane vincitrici. Alcune di queste oggi hanno avuto modo di presentare i risultati dello loro start-up nel contenitore di Tipicità Special Edition. Un viaggio nell’innovazione dei settori della Blue Economy dell’area Adriatico Ionica quello andato in scena, in video conferenza, al Fermo Forum.
«La filosofia dell’Università di Camerino è spingere le aziende del territorio all’innovazione – ha esordito la dottoressa Diletta Romana Cacciagrano, docente Unicam coordinatrice del progetto -. Esistono degli ecosistemi marini altamente eterogenei e in un ecosistema ci sono tanti attori; spesso però c’è una scarsa collaborazione tra loro. La nostra idea è stata quella di sbloccare e accrescere il potenziale delle piccole e medie imprese di questi ecosistemi marittimi cercando di far comprendere loro cosa è l’innovazione».
«Arrivati a questo abbiamo poi reso loro più chiara la consapevolezza di poter usufruire della conoscenza di altri attori per realizzare delle idee progettuali – ha continuato la docente Unicam -. Fare insomma uno scatto di qualità nella catena di valore del proprio mercato magari anche per cambiarlo ma comunque per innovarlo incontrando anche settori emergenti».
«Messe insieme le piccole e medie imprese e i knowledge provider hanno avuto modo di promuoversi, di incontrarsi e di dare vita a nuove idee – ha spiegato la dottoressa Cacciagrano -. Abbiamo poi definito uno schema di finanziamento basato sugli innovation voucher e ogni cluster ha poi lavorato sulle proprie idee; cinque le realtà premiate nella regione Marche che vogliamo capitalizzare e far durare nel tempo».
Tra queste c’è la società cooperativa Argo. «Una startup innovativa che si muove nell’ambito della piccola pesca – ha spiegato la referente Olga Annibali -. Abbiamo sempre operato nell’ambito della pesca e dell’ecoturismo educativo oltre che dell’acquacultura e la startup ci ha permesso di realizzare delle escursioni da terra con i biologi ma anche attività ludiche per i più piccoli».
La Cnt Technologies invece ha realizzato un casco di sicurezza che si utilizza nell’ambito dell’acquacoltura. «I caschi di sicurezza esistono ma rispondono alle necessità del dominio in cui sono realizzati e nessuno lo aveva fatto nel dominio dell’acquacultura offshore – ha spiegato il referente Saimon Conti -. Abbiamo quindi creato un casco di sicurezza intelligente che potesse rispondere a una serie di requisiti come quello delle esigenze di ergonomia e di confort. Poi abbiamo pensato a quali altri mercati potevano essere interessati a quel tipo di prodotto e abbiamo scoperto che l’acquacultura come l’agricoltura sono i due principali settori dove avvengono gran parte degli infortuni sul lavoro che investono mani, bacino e capo e noi ci siamo concentrati su quest’ultimo. Abbiamo infine trovato il nostro knowledge provider, una azienda toscana che si occupa di prototipi di casco anche per gli sportivi come Formula 1, e dopo sei mesi abbiamo sviluppato il nuovo prototipo che è in attesa di ricevere un brevetto italiano ed europeo».
Infine Cyber Evolution ha avuto modo di realizzare un prototipo per l’Hotel Bolivar. «Noi realizziamo prototipo e soluzioni innovative ma non ci eravamo mai interessati al mercato della Blue Economy – ha detto il referente Roberto Camerinesi -. Abbiamo avuto modo di incontrare l’Hotel Bolivar che accoglie nella propria struttura persone con vari tipi di disabilità e in particolare con disabilità visive. Ci hanno chiesto di realizzare qualcosa che potesse dare ai loro clienti maggiore indipendenza e abbiamo realizzato un dispositivo innovativo: una cinta che permette a queste persone, via terra ma anche in acqua, di ritrovare sempre il proprio punto di partenza e di non perdere l’orientamento in posti nuovi».