MACERATA – Un tesoretto di qualche milione di euro che la Regione Marche metterà a disposizione delle imprese; se ne è parlato oggi pomeriggio durante la videoconferenza organizzata da Cna Macerata, Ascoli Piceno e Fermo.
«Il nostro compito è quello di rappresentare e tutelare le imprese del territorio e quindi cerchiamo di dare loro un servizio in questo momento di difficoltà per esserci ancora di più in un futuro, a pandemia ultimata – ha detto il direttore della Cna di Fermo Alessandro Migliore -. La Regione Marche ha voluto dare un segnale al tessuto produttivo marchigiano e quindi sono state messe in campo delle azioni per attenuare l’impatto delle chiusure e favorire la ripresa delle attività in sicurezza e promuovendo, al contempo, investimenti».
A spiegare nel dettaglio le tre azioni del “Pacchetto Covid” è stato il dirigente della Regione Marche Silvano Bertini. «La nuova Giunta si è messa subito all’opera quando ha assunto le funzioni e, per sfortuna, è purtroppo entrata in una fase che pensavamo di aver superato a livello emergenziale ma non è stato così – ha spiegato Bertini -. Siamo ripiombati nella necessità di dare una mano al tessuto produttivo e speriamo prima possibile di mettere in atto una strategia mirata per la nostra regione a prescindere dalla pandemia».
La prima azione riguarda lo scorrimento delle graduatorie nel bando di «promozione della ricerca e dello sviluppo negli ambiti della specializzazione intelligente (FESR asse 1); sono disponibili 3 milioni di euro che possono finanziare 18 progetti per 4,5 milioni di investimenti in ricerca e innovazione. Altro bando che sarà interessato dallo scorrimento è quello a sostegno dei progetti di innovazione e internazionalizzazione sistema abitare e sistema moda (FESR asse 3); in tal caso sono disponibili 600mila euro che possono finanziare 5 progetti per 1,2 milioni di investimento» ha spiegato Bertini.
Sono disponibili poi oltre 3 milioni di euro che possono finanziare 13 progetti (per un investimento totale di circa 10 milioni) del bando di sostegno agli investimenti produttivi al fine del rilancio della crescita economica e della competitività delle aree colpite dal sisma (FESR asse 8) e circa 600 mila euro per gli ultimi due progetti in graduatoria del bando di contributi a imprese del settore pesca e acquacoltura. Infine è in corso la riprogrammazione del FEAMP per consentire lo scorrimento dell’ultimo progetto per 147 mila euro di contributi per il bando “Trasformazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura”.
La seconda misura riguarda lo strumento creditizio per l’accesso al credito per le micro e piccole imprese colpite dal Dpcm e si pone l’obiettivo di aiutare circa 4 mila realtà. «In questo caso l’importo massimo del finanziamento bancario non può eccedere la somma di 10 mila euro e la sua durata può arrivare a un massimo di 48 mesi oltre 12 mesi di preammortamento – ha spiegato Bertini -. Il tasso di interesse non può essere superiore al 2% e inoltre il contributo comprende gli interessi e – nei limiti dello 0,5% fino a un massimo di 50 euro da ripartire equamente tra istituto di credito e Confidi – le spese accessorie per l’accesso al finanziamento stesso».
Infine un contributo a fondo perduto per le micro e piccole imprese maggiormente colpite dagli ultimi Dpcm. «Si tratta di risorse che saranno destinate a manutenzione straordinaria e risistemazione dei locali; alla digitalizzazione dei servizi e al commercio elettronico; al miglioramento del comfort, della sicurezza e della funzionalità; all’introduzione di nuovi servizi e di nuove modalità di erogazione dei servizi già erogati e all’acquisto di scorte e attrezzature. Il contributo massimo concedibile è di mille euro a copertura della spesa maggiore e uguale che deve essere effettuata entro il 30 giugno. Il procedimento sarà automatico a sportello, prevede la chiusura al raggiungimento delle risorse disponibili, sarà gestito attraverso la piattaforma informatica Sigef e la domanda si baserà su una autodichiarazione».
In questo ultimo bando sono comprese le imprese con codici Ateco riferiti alla ristorazione e alla somministrazione, alle attività culturali, alla filiera del turismo, dello sport, dell’intrattenimento e del benessere. Inoltre sono ammissibili al finanziamento, a prescindere dal codice Ateco, tutte le imprese commerciali e artigianali o di servizio che operano nei centri commerciali.