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Alla Bit di Milano “Voglia di ricominciare”

Dalla sociologia delle macerie al turismo di missione. Durante la seconda giornata della Borsa Internazionale del Turismo a Milano si è svolta una tavola rotonda sul tema del post sisma e del rilancio dei territori, con il professor Aldo Bonomi

Tavola rotonda al Bit di Milano

MILANO – La seconda giornata della Bit a FieraMilanocity si è aperta nello stand regionale con una tavola rotonda dal titolo “Voglia di ricominciare”, una riflessione a più voci sul tema del post sisma e del rilancio dei territori. A moderare il dibattito il professor Aldo Bonomi, sociologo direttore di AAster Milano, che ha lanciato alcuni spunti interessanti. Dalla necessità «di sollevare la polvere da sotto il tappeto e parlare di quello che è successo, rovesciando il paradigma del nascondere il dramma per capire come entra nel percorso dell’economia della modernità, il turismo. Una sociologia delle macerie da cui partire per un’idea di futuro, avendo coscienza dei luoghi e del senso di comunità, dove plurale non significa differenza ma sistema unico tenendo insieme ben saldi mare, collina e montagna. Occorrerà farlo mobilitando le migliori energie, dalle istituzioni agli Atenei, chiamando a raccolta gli attori del territorio per creare una metamorfosi del turismo».

L’assessore regionale al Turismo Moreno Pieroni ha condiviso la necessità di non nascondere il terremoto «convinti che le Marche hanno una grande forza per ripartire. La Regione condivide e promuove l’esigenza di una mobilitazione collettiva, aprendosi ai soggetti che possono portare contributi di qualità. Il turismo stava cambiando già prima del terremoto ma ora l’evoluzione degli eventi può far cambiare orientamenti e potenzialità progettuali. La chiara volontà è quella di tenere insieme i territori mare, collina e montagna come valori interattivi e imprescindibili l’uno dall’altro. Il messaggio importante è che le Marche sono e restano un sistema unico e non parcellizzato».

Tavola rotonda al Bit di Milano

Per Stefania Monteverde, vicesindaco di Macerata e assessore alla cultura «Lo spavento del terremoto ha prodotto la consapevolezza di una vitalità inusitata, riscoprendo la vivacità e il fermento culturale ma soprattutto la consapevolezza del patrimonio culturale e della sua bellezza. Essendo nati in mezzo alla bellezza la diamo per scontata, il terremoto ci ha permesso paradossalmente di apprezzarla di più per il timore di perderla. Un altro aspetto è l’incontro per obiettivi concreti tra i diversi comuni in un’ottica di strategie di rete operativa come sarà il progetto MAMA della marca maceratese». Il rettore dell’Università di Camerino, Flavio Corradini ha invitato non solo a vivere «ma a godere le Marche perché sono un territorio bellissimo. C’è spazio anche per un nuovo paesaggio, ricostruendo secondo metodi e strumenti innovativi e tecnologicamente avanzati per assicurare sicurezza e tranquillità». Anche per il sindaco di Amandola, Adolfo Marinangeli «La lezione del terremoto è stata quella di farci rinnamorare dei nostri luoghi, di continuare a vedere le mura medievali o le cappelle carolingie con gli occhi di un turista per creare nuova attrattività. Ben venga anche il turismo di solidarietà se serve a bucare le barriere della comunicazione sui Sibillini, a renderli sempre più visibili».