Ascoli Piceno-Fermo

Ascoli, dottoressa della guardia medica aggredita: l’Ugl chiede maggior sicurezza

Il sindacato invoca lo spostamento di tali servizi in prossimità dei pronto soccorso, dove c'è il personale di vigilanza

La postazione della guardia medica di Ascoli

ASCOLI – Non prescrive l’antibiotico e viene aggredita. È quanto avvenuto, domenica pomeriggio, alla dottoressa della guardia medica dell’ex sanatorio ‘Luciani’ di via delle Zeppelle, ad Ascoli. La donna è stata oggetto di urla e aggressioni verbali da parte di una coppia che reclamava la prescrizione di un particolare antibiotico iniettivo per la tosse.

La ricostruzione

La situazione è degenerata quando la dottoressa ha deciso di visitare il paziente prima di emettere la ricetta, al fine di valutare attentamente la necessità del farmaco. Successivamente ha ritenuto che l’antibiotico non fosse da prescrivere. Tuttavia, il paziente non ha gradito questa procedura e ha iniziato a urlare e a sbraitare, costringendo la professionista a chiudersi nella sua stanza, temendo per la sua sicurezza. La dottoressa, spaventata, ha chiamato i carabinieri, ma purtroppo non c’erano pattuglie disponibili. Solo l’intervento tempestivo di familiari e colleghi, che hanno chiamato ripetutamente le forze dell’ordine, ha portato alla chiamata della questura. E proprio in Questura, in serata, la dottoressa ha sporto denuncia.

La reazione

Il caso ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza degli operatori sanitari. Sulla vicenda, nelle ultime ore, è intervenuta anche l’Ugl provinciale. «Ancora una volta – spiega Benito Rossi, segretario della stessa Ugl -, il personale sanitario che presta assistenza in prima linea è vittima di un gesto di violenza. Alcuni fatti recenti sono addirittura sfociati in tragedie. Proprio per questo, al di là dei doverosi protocolli, riteniamo fondamentale aumentare le misure di prevenzione e chiediamo di collocare le guardie mediche in prossimità dei pronto soccorso dove sono presenti le postazioni di pubblica sicurezza o della sorveglianza privata. E in caso di assenza di queste ultime – conclude Rossi -, chiediamo di provvedere con la massima urgenza ad istituirne di nuove per garantire l’incolumità degli operatori sanitari in servizio».

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