Macerata

Civitanova, in un anno 59 donne hanno contattato lo Sportello anti-violenza. Banchetti informativi in città

Il 4,5 % delle donne sono occupate in forma stabile, il restante 45,5% non ha un’entrata stabile oppure non ha reddito. Il punto con Elisa Giusti, coordinatrice Territoriale Servizi Antiviolenza.

CIVITANOVA – È italiana, il più delle volte ha una occupazione stabile e ha tra i 41 e i 50 anni di età. È questo l’identikit della donna che, nel corso dell’anno, si è rivolta allo Sportello anti-violenza di Civitanova, gestito dalla cooperativa Il Faro Onlus.

Nel 2023, da gennaio ad ottobre, sono state 59 le donne che si sono rivolte allo Sportello. A rendere noti i dati è la dottoressa Elisa Giusti, coordinatrice Territoriale Servizi Antiviolenza. «Hanno contatto lo Sportello di Civitanova nel 2023 59 donne, 54 delle quali sono state prese in carico. Di queste la maggior parte hanno la residenza a Civitanova, le restanti nei paesi limitrofi. L’età delle donne prese in carico varia tra i 19 e i 61 anni. L’11,5% ha tra i 18 e i 30 anni, il 24,6% 31-40 anni, il 36,8% 41-50 anni, il 24,7% 50-60 anni e l’1,9 % ha più di 60 anni – ha spiegato Giusti – La maggior parte delle donne che contattano lo Sportello sono italiane (75,4%). Il 24,6 % delle donne non hanno cittadinanza italiana, tra queste si riscontra una maggioranza di donne originarie di Tunisia, Albania, Argentina e Marocco».

Rispetto alla sfera lavorativa: il 4,5 % delle donne sono occupate in forma stabile, il restante 45,5% non ha un’entrata stabile oppure non ha reddito in quanto studentesse oppure disoccupate. Nello specifico: il 29,1% sono disoccupate, il 10,9% occupate saltuariamente, il 5,5% studentesse.

«Tenendo in considerazione solo i dati rispetto alle prese in carico dello Sportello di Civitanova, sono 67 i bambini vittime di violenza assistita e che, quindi, hanno assistito in via diretta o indiretta alle violenze agite dal papà nei confronti della mamma. La maggior parte delle donne prese in carico dallo Sportello intrattengono una relazione coniugale con l’uomo che mette in atto comportamenti violenti», spiega Giusti. Nello specifico il 41,5% dal coniuge, il 15,1% dall’ex, il 5,7% dal convivente, il 15,1% dall’ex convivente, l’1,9% dal fidanzato, il 15,1% dall’ex fidanzato, il 3,8% dal figlio, l’1,9% da un amico.

In questi giorni in città sono stati organizzati dei banchetti informativi lungo il corso. «Serve a ricordare e a far sapere che le donne possono essere accolte, che non bisogna restare in silenzio. Sono tanti anche gli uomini che si avvicinano ai banchetti e prendono il materiale informativo per una figlia o per una amica», conclude Elisa Giusti.