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Contraffazione, un mercato in preoccupante aumento

Il punto con l'avvocato Clizia Cacciamani, esperta di marchi e brevetti e da oltre vent'anni in prima linea contro i prodotti falsificati. I suoi consigli per difendersi dalle truffe

L'avvocato Clizia Cacciamani ospite a Rainews 24 per parlare di marchi, brevetti e contraffazione
L'avvocato Clizia Cacciamani ospite a Rainews 24 per parlare di marchi, brevetti e contraffazione

ANCONA – 6,9 miliardi di euro. A tanto ammonta il fatturato della contraffazione in Italia. Una piaga in costante aumento, purtroppo, senza la quale il prodotto interno crescerebbe di oltre 18 miliardi. A combattere tutti i giorni contro questa pratica illegale è l’avvocato Clizia Cacciamani, socio fondatore di Innova & Partners, una società specializzata in marchi, brevetti e diritto societario, operativa in Italia e all’estero.

Forte di un’esperienza ventennale maturata sul campo, Cacciamani è oggi una professionista affermata in Europa in questo ambito, avendo scelto di lavorare a stretto contatto con le piccole e medie imprese di tutto il Paese. Una decisione che l’ha portata, giorno dopo giorno, a salvaguardare e a valorizzare quell’eccellenza rigorosamente ‘made in Italy’ quale asse portante del saper fare dell’intero territorio nazionale.

Avvocato Cacciamani, qual è la situazione del mercato della contraffazione?
«In Italia il “fatturato” della contraffazione vale circa 6,9 miliardi di euro – riferisce l’avvocato -, e purtroppo si tratta di una piaga dilagante in crescente aumento, come conferma l’aumento del 4,4 per cento rispetto al 2012. Un quadro preoccupante tracciato di recente dal Censis a seguito di una ricerca che ha condotto per il Ministero dello Sviluppo economico. Uno dei dati che fa maggiormente riflettere è che senza la contraffazione, la produzione interna registrerebbe un incremento di 18,6 miliardi di euro».

Le Marche non sono da meno..
«In regione i dati sono in linea con la tendenza nazionale, uno scenario in cui emerge anche la problematica dell’online in quanto fenomeno “figlio dei tempi moderni”. La rete internet, infatti, offre a questa modalità illecita di commercio alcuni elementi essenziali che ne favoriscono la diffusione capillare, quali l’anonimato, i costi molto bassi e la possibilità di un repentino oblìo del venditore dal mercato che consente allo stesso di non lasciare alcuna traccia».

Quali settori merceologici soffrono di più questa piaga?
«Purtroppo ogni categoria merceologica è ormai oggetto di contraffazione. Comunque, sempre secondo l’indagine del Censis, al primo posto troviamo l’abbigliamento e gli accessori, il cui valore è stimato in 2,2 miliardi di euro, il 32,5 per cento del totale del mercato del ‘fake’. Sono falsificati soprattutto giubbotti, capi sportivi, borse e portafogli. Segue il settore degli audiovisivi, con un valore di quasi 2 miliardi di euro, il 28,5 per cento del totale, ma vengono anche contraffatti i prodotti alimentari, per un valore di 1 miliardo di euro nell’ultimo anno, pari al 14,8% del totale. Inoltre, tra i prodotti in crescita negli ultimi tempi ci sono gli apparecchi e i materiali elettrici, soprattutto cellulari e componenti, con un valore di spesa di 732 milioni di euro (il 10,6% del totale)».

Come si può difendere il consumatore?
«Se parliamo di acquisti online è importante scegliere in maniera oculata la piattaforma e-commerce più affidabile e verificare attentamente le eventuali condizioni di recesso, ossia di restituzione della merce. Nel caso invece, si scegliessero negozi o store, anche vicino casa, è fondamentale rivolgersi sempre ad esercizi commerciali autorizzati o, comunque, di fiducia. Tuttavia, anche le imprese possono fare la loro parte, in quanto, registrando i propri marchi e brevetti, creano gli strumenti utili per intervenire efficacemente contro la contraffazione. Infatti solo i marchi e i brevetti tutelano e garantiscono la sicurezza e la qualità del brand».