Macerata

Controlli del Nil nei cantieri del cratere sismico a Tolentino e Visso, 5 attività sospese

Ventisette le multe elevate per violazioni in materia di sicurezza. A Visso un lavoratore in nero senza permesso di soggorno ha tentato la fuga. Nel 2022 sono state 206 le aziende irregolari individuate

TOLENTINO – Da inizio anno i carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Macerata, guidato dal maresciallo capo Martino Danilo Di Biase, hanno eseguito una serie di controlli nei cantieri edili del cratere della ricostruzione post sisma a Tolentino e Visso, riscontrando irregolarità in materia di sicurezza. Nello specifico su otto aziende controllate sono state sospese cinque attività imprenditoriali e sono state elevate 27 sanzioni per violazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro come l’omessa visita medica dei lavoratori, l’omessa consegna dei dispositivi individuali di protezione, l’omessa informazione dei lavoratori, l’impiego di manodopera irregolare, utilizzo di andatoie destinate al trasporto di materiali con larghezza non conforme, l’omessa redazione del Pimus (Piano montaggio uso e smontaggio del ponteggio) e l’omessa difesa delle aperture per impedire cadute nel vuoto.
Nell’accesso effettuato in un cantiere di Visso insieme ai colleghi della locale Stazione dei carabinieri è stato sorpreso al lavoro e identificato nonostante un tentativo di fuga un lavoratore in nero risultato privo del permesso di soggiorno per poter svolgere attività lavorativa.

I controlli dei carabinieri del Nil in un cantiere

Durante il 2022, invece, il Nil ha individuato 206 aziende della provincia di Macerata operanti in diversi settori produttivi, dall’agricoltura all’edilizia, dalla logistica alla ristorazione, che sono risultate irregolari. Centoventidue sono stati i lavoratori “in nero” e 589 gli “irregolari” individuati. Ventuno attività imprenditoriali sono state temporaneamente sospese per aver impiegato manodopera irregolare in misura superiore al 10% del totale dei lavoratori presenti, in alcuni casi la percentuale di lavoratori “in nero” riscontrata è stata pari al 100%. Sono state 45 le attività imprenditoriali temporaneamente sospese per gravi violazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, violazioni che in alcuni casi hanno comportato il sequestro preventivo dell’attività per impedire il protrarsi delle violazioni e tutelare le maestranze a rischio. In totale, per le irregolarità riscontrate, sono state contestate sanzioni amministrative e ammende per oltre 1 milione di euro.
Per 45 imprenditori è scattata la denuncia all’autorità giudiziaria per non aver rispettato gli obblighi della formazione e informazione, nonché la sorveglianza sanitaria dei lavoratori dipendenti. In alcuni casi sono stati denunciati imprenditori che avevano tentato di attestare falsamente, con la complicità di compiacenti professionisti, la formazione dei lavoratori di fatto mai effettuata. Sono 12 i titolari di azienda segnalati all’autorità giudiziaria per l’impiego di lavoratori “clandestini” e per il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le indagini, scaturite dall’approfondimento investigativo sulle domande di emersione presentate nell’ambito del decreto Rilancio del 2020, hanno consentito di individuare numerose domande di emersione presentate da datori di lavoro privi dei requisiti necessari, dietro la corresponsione di somme importanti elargite dai cittadini stranieri.

Sul fronte della lotta al “caporalato”, sono state denunciate 11 persone per violazioni penali in materia di lavoro, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Durante le indagini sono stati individuati 96 lavoratori, impiegati in condizioni di sfruttamento, dai “caporali” che, con continue vessazioni e minacce, si sono approfittati del loro stato di bisogno sottopagandoli ed esponendoli a gravi rischi per la loro salute.  I risultati dell’azione investigativa nel settore dello sfruttamento del lavoro sono frutto anche di una lunga e non facile opera di sensibilizzazione che il personale specializzato del Nil, con la collaborazione dell’Arma territoriale, ha posto in essere da tempo all’interno delle comunità delle etnie oggetto di sfruttamento. Importantissima e fondamentale è infatti la collaborazione dei cittadini e dei lavoratori sfruttati, per questi ultimi, se stranieri, è prevista anche la tutela del rilascio del permesso di soggiorno per “casi speciali”. Nel 2022 a seguito dell’attività d’indagine eseguita in accordo con la Procura della Repubblica di Macerata, sono stati concessi 31 permessi di soggiorno a lavoratori stranieri sfruttati, documento che ha consentito loro l’inizio di una nuova vita lavorativa riuscendo a garantire loro assistenza e protezione con l’ausilio anche delle organizzazioni di volontariato. Complessivamente sono stati adottati 5 provvedimenti di amministrazione giudiziaria, 7 sequestri preventivi e 2 misure cautelari interdittive.