Economia

Coronavirus fase 2, anche Elica riparte. La Fiom chiede vigilanza sulle imprese della filiera

La multinazionale di Fabriano leader nel settore delle cappe aspiranti, aprirà i suoi stabilimenti a partire da oggi, 27 aprile. Come per Faber ed Electrolux, una ripresa graduale in vista di una ripartenza effettiva a partire dal prossimo 4 maggio

La sede di Elica illuminata con il Tricolore

FABRIANO – Anche Elica, multinazionale di Fabriano leader nel settore delle cappe aspiranti, aprirà i suoi stabilimenti a partire da oggi, 27 aprile. Come per Faber ed Electrolux, una ripresa graduale in vista di una ripartenza effettiva a partire dal prossimo 4 maggio. Fermo restando il ricorso allo smart working per la sede centrale cittadina, i siti produttivi di Cerreto D’Esi e Mergo riprenderanno a produrre a ranghi ridotti e con le misure di sicurezza rafforzate per tutelare la salute dei dipendenti e prevenire il diffondersi dell’epidemia Covid-19.

Anche nel Gruppo presieduto da Francesco Casoli è stato siglato un accordo su linee guida migliorative per la sicurezza dei lavoratori. Le misure previste, fra le altre, sono: misurazione della temperatura, ingressi e uscite scaglionati; consegna di mascherine chirurgiche; distanza minima di sicurezza fra le varie postazioni lavorative di oltre un metro, laddove non sia possibile ulteriore dotazione per ciascuna tuta blu di ulteriori dispositivi di protezione individuale quali visiere e mascherine ffp2, kit igienizzanti, sanificazione rafforzata, accesso alle aree comuni scaglionato.

«La logica con la quale ci siamo confrontati con le “Big” del territorio – evidenzia il responsabile della Fiom per la zona di Fabriano, Pierpaolo Pullini – è stata quella di firmare queste linee guide per preparare la ripartenza ufficiale delle attività produttive, ma sempre nei tempi dettati dal Governo. Se le aziende vogliono utilizzare questi protocolli per anticipare la ripresa, noi non possiamo fare altro che auspicare controlli al fine di verificarne la corretta applicazione».

Oltre alle “Big”, però, vi sarà a breve anche la ripartenza di tutta la filiera a queste legata. «Per ogni azienda grande che riparte, c’è una filiera che deve mettersi in moto e dove, molte volte, i sindacati non sono rappresentati. Il nostro auspicio è che anche in queste siano rispettati almeno i protocolli nazionali di sicurezza. Se per le grandi aziende il ruolo svolto dall’inizio dell’emergenza dalle Rsu e Rls è stato prezioso anche per fare in modo che le imprese mostrassero disponibilità al cambiamento, ora che si riparte il loro ruolo sarà ancora più prezioso perché dovranno vigilare attentamente sull’implementazione delle misure di sicurezza», conferma Pullini.

Pierpaolo Pullini
Pierpaolo Pullini

Ma vi è sempre la difficoltà per le piccole imprese. «C’è una ripresa complessiva del distretto di Fabriano con tanti lavoratori che riprenderanno la propria occupazione, seppur gradualmente. Ci poniamo l’interrogativo su chi debba verificare che le misure di sicurezza siano applicate anche lì. Diventa fondamentale capire come si riesca a far intendere alle aziende, di qualsiasi dimensione, come sia fondamentale cambiare le abitudini, rivedendo tutta l’organizzazione del lavoro». Da qui, il monito. «Gli ulteriori costi derivanti dai protocolli di sicurezza non devono assolutamente ricadere sulla condizione salariale e lavorativa dei dipendenti che sono quelli che pagano alla fonte le tasse e che quindi finanziano la sanità pubblica», conclude Pullini.