ANCONA- Lasciati fuori dal tribunale mentre dentro Palazzo di giustizia era in corso l‘udienza preliminare per il crac di Banca Marche. Monta la protesta degli azionisti in corso Mazzini, arrivati nel capoluogo dorico poco prima delle 15 a gruppetti, pensando di poter assistere all’udienza del più grande dissesto finanziario della regione. Udienza che era a porte chiuse. «Vogliamo sapere che fine hanno fatto i nostri soldi», gridavano. Oltre l’ingresso principale non sono stati fatti salire.
Dopo un’ora e mezza di udienza, davanti al gup Carlo Cimini e al pool di pm che si sono occupati del fallimento BM, i sostituti procuratori Serena Bizzarri, Andrea Laurino e Marco Pucilli, è arrivato il rinvio al 16 gennaio per consentire ai difensori degli imputati di prendere visione di ogni costituzione di parte civile depositata oggi in udienza preliminare in un numero pari a circa 4mila, persone ed enti che chiedono il risarcimento dei danni subiti (patrimoniali o biologici). Alcuni avvocati degli azionisti, obbligazionisti e dipendenti che si sono costituiti parte civile, hanno avanzato la richiesta di poter chiamare in giudizio anche i responsabili civili quali Banca d’Italia, Ubi Banca, Nuova Banca Marche e alcune compagnie di assicurazioni di alcuni imputati. Questo perché ritenuti responsabili del danno subito e avanzare anche nei loro confronti un risarcimento danni. Nel corso dell’udienza anche Banca d’Italia si è costituita parte civile.
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Gli avvocati dei risparmiatori sono arrivati in tribunale con valigie piene di documenti. Assenti i massimi vertici di BM imputati per bancarotta dopo la richiesta, da parte della Procura, di rinvio a giudizio di 16 persone del vecchio management di Banca Marche e dove sono contestati anche i reati di ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto.
La Protesta
Affiancati nelle rispettive cause legali da varie associazioni dei consumatori, Adiconsum, Adusbef, Unione Nazionale Consumatori, Federconsumatori, gli azionisti avevano ricevuto una lettera dove è stato scritto loro che potevano presenziare in tribunale. Ma così non è stato. E allora c’è chi ha alzato la voce. «Mi sono arrabbiato – dice Pierino Ghergo, titolare del supermercato Coal di piazza d’Armi, ad Ancona – io ho perso 20mila euro e voglio sapere perché. Ma non ci fanno entrare. Sono soldi di gente che come me lavora».
Davanti a Palazzo di Giustizia anche una jesina. «Rivogliamo i nostri soldi e vogliamo sapere che fine hanno fatto – sbotta Carla Scuppa – Io ho saputo che le mie azioni erano state azzerate leggendo un’Ansa, sul telefonino, il 22 novembre 2015. Ma si può? Erano i risparmi di 20 anni di vita e di lavoro».
I risparmiatori sono rimasti fuori dal tribunale protestando e sventolando, carta alla mano, la lettera ricevuta che diceva loro che potevano entrare.
L’udienza
I primi a giungere a Palazzo di Giustizia, alle 14, sono stati gli avvocati dell’Unione Nazionale Consumatori: Corrado e Carlo Canafoglia, Elisa Pellegrini e Giulia Montesi. Con loro i trolley pieni di documenti di azionisti, obbligazionisti e dipendenti (più di 30mila fogli di carta) che hanno perso tutto dal fallimento di Banca Marche decretato a marzo 2016 e che si sono rivolti a loro per la causa. «Abbiamo 2.600 richiedenti – spiega Corrado Canafoglia – che hanno perso in tutto 45milioni di euro. Tra loro anche un migrante che aveva investito tutti i suoi risparmi. L’azionista che ha perso di più è un proprietario terriero del Maceratese che ha visto sfumare 6milioni di euro. Dopo questo processo chiederemo la mediazione obbligatoria alla Camera di Commercio contro Banca d’Italia, Nuova Banca Marche, Ubi Banca, vecchia Banca Marche e coloro che hanno gestito dopo Bianconi». L’Unione Nazionale Consumatori si è costituita a sua volta parte civile nel procedimento.
L’Adusbef di Macerata, rappresentata dall’avvocato Paola Formica, ha presentato 30 richieste di costituzione parte civile, tutte del Maceratese. Anche l’Adusbef nazionale si è costituita parte civile con l’avvocato Salvatore Ruberti. Un centinaio quelle dell’Adiconsum tra Ancona ed Ascoli, con gli avvocati Ezio Gabrielli, Erica Micucci e Emanuela Fioretti. L’Adiconsum stessa si è costituita parte civile nel procedimento penale contro i vertici di Banca Marche «per promuovere – dice l’associazione in una nota – la tutela dei diritti al risarcimento dei danni morali subiti dagli azionisti ed obbligazionisti». La Federcosumatori, con l’avvocato Esildo Candria, ha presentato la richiesta per 72 azionisti della provincia di Macerata.
Imputati
Sono 16 gli imputati, tra ex dirigenti, ex amministratori e sindaci revisori che dovranno rispondere dei reati che vanno dalla bancarotta a false comunicazioni societarie e falso in prospetto. Un capo di imputazione di 72 pagine che vedono sotto accusa Massimo Bianconi, direttore generale di Banca Marche, Michele Giuseppe Ambrosini, presidente cda Banca Marche dal 2009 al 2012, Lauro Costa, presidente cda Banca Marche dal 2006 al 2009 e vicepresidente dal 2009 al 2012 e presidente Medioleasing dal 2006 al 2009, Paolo Arcangeletti, dirigente Banca Marche dal 2010, Giuseppe Barchiesi, direttore generale Medioleasing dal 2005 al 2012, Massimo Battistelli, capo area crediti Banca Marche dal 2005 al 2011, Giuliano Bianchi, componente cda e comitato esecutivo BM dal 2006 al 2012, Bruno Brusciotti, componente cda dal 2006 al 2009, Daniele Cuicchi, capo servizio commerciale Medioleasing dal 2005 al 2013, Franco D’Angelo, componente collegio sindacale BM fino al 2012 e presidente collegio sindacale Medioleasing fino al 2012. E ancora Claudio Dell’Aquila, consigliere Medioleasing, Giuseppe Paci, capo servizio concessione crediti BM dal 2005 al 2013, Tonino Perini, vice presidente cda BM dal 2006 al 2012, Marco Pierluca, componente collegio sindacale BM dal 2006 al 2012, Piero Valentini, presidente collegio sindacale BM dal 2006 al 2012, Stefano Vallesi, capo direzione centrale crediti BM dal 2007 al 2009. Solo 12 hanno la bancarotta: Bianconi, Costa, Ambrosini, Battistelli, Bianchi, Brusciotti, D’Angelo, Paci, Perini, Pierluca, Vallesi e Valentini.