ASCOLI – Quattordici poliziotti feriti, con prognosi che vanno dai sette ai dieci giorni dovute a contusioni da percosse e lancio di oggetti. Questo il bilancio della guerriglia avvenuta ieri sera (venerdì 10 maggio) all’esterno dello stadio Del Duca dopo la sfida Ascoli-Pisa, che ha decretato la retrocessione in Serie C della squadra bianconera. A farne le spese sono stati appunto gli agenti del reparto mobile di Senigallia. I tifosi, a fine gara, hanno iniziato la contestazione della squadra e dei relativi dirigenti. Circa in mille gli ultras che si sono scontrati con le forze dell’ordine.
La ricostruzione
Il post partita è stato caratterizzato da un violento lancio di sassi, mattoni e materiale prelevato da un cantiere edile, accessibile ed adiacente allo stadio. Inoltre, i tifosi hanno rovesciato anche delle campane per il vetro utilizzando le bottiglie per colpire gli agenti. Solo il lancio di 80 lacrimogeni effettuato dagli agenti è servito per disperdere, momentaneamente, gli oltre 1000 tifosi, e far posizionare le squadre in ‘sicurezza’ all’interno del recinto dello stadio. A prendere posizione è il Siulp, ovvero il sindacato di polizia. «La professionalità dei colleghi ha sicuramente impedito che i tifosi sfondassero i cancelli e raggiungessero la squadra ed i dirigenti dell’Ascoli Calcio all’interno dello stadio e che la situazione potesse degenerare ulteriormente – spiega Marco Girolomini, segretario regionale del sindacato -. Il Siulp è fortemente critico sulla gestione del servizio da parte di chi ha la responsabilità dell’ordine pubblico ad Ascoli ed i molti feriti tra i colleghi sono la dimostrazione che la pianificazione non è stata ottimale».
L’allarme
Il Siulp, attraverso una nota, chiede il perché non è stata effettuata un’adeguata bonifica dei luoghi intorno allo stadio, a partire dal cantiere ‘aperto’ lì adiacente, le campane di vetro non sono state svuotate dalle bottiglie, luoghi in cui i tifosi hanno preso tutti gli oggetti scagliati contro i colleghi e ha serie perplessità anche dal punto di vista operativo gestionale, sulla dislocazione e sulla consistenza delle forze di Polizia, considerata la prevedibilità di tale evento considerato ad alto rischio. Il Siulp sottolinea anche «il ritmo, sempre più frequente, con cui tali eventi si stanno verificando in tutto il territorio nazionale, e l’urgenza di intervenire per far cessare la diffusa convinzione di totale impunità che regna ormai tra il tifo violento e i professionisti del disordine che sfruttano ogni occasione per dare sfogo alla loro inusitata violenza e che nulla hanno a che fare con i nobili valori dello sport o del diritto costituzionale a manifestare pacificamente il proprio dissenso».