Cronaca

Incendio alla Torre di Milano, scattano le perquisizioni in una ditta di Osimo

La Procura ha disposto il blitz, eseguito dalle Fiamme Gialle, in un'azienda di Osimo specializzata nella lavorazione e nel taglio dei materiali destinati al rivestimento delle facciate

La torre a fuoco (foto vf)
La torre dei Moro nel quartiere Vigentino di Milano a fuoco (foto vf)

OSIMO – L’inchiesta sull’incendio che ha mandato in fumo la Torre dei Moro di via Antonini, il grattacielo di 18 piani nel quartiere Vigentino di Milano, avvenuto il 29 agosto scorso, passa anche per Osimo. La Procura ha disposto il blitz, eseguito dalle Fiamme Gialle, in un’azienda di Osimo specializzata nella lavorazione e nel taglio dei materiali destinati al rivestimento delle facciate. A due mesi da quella domenica di fine agosto in cui quell’intero palazzo è stato avvolto dalle fiamme sono arrivate quindi nuove perquisizioni perché la ditta osimana è la seconda finita nel mirino dopo la Aza Aghito Zambonini di Fiorenzuola, in provincia di Piacenza, la società già perquisita il 3 settembre e che ha commercializzato i pannelli prodotti dalla Alucoil sau di Burgos in Spagna.

Le operazioni di sequestro di ulteriori carte, eseguite dalla polizia giudiziaria e dalla Guardia di finanza, sono state disposte dal pm Marina Petruzzella che con l’aggiunto Tiziana Siciliano coordina le indagini per disastro colposo nelle quali da qualche giorno è salito il numero degli indagati, da tre ad almeno cinque persone. Sono tutti legali rappresentanti e responsabili delle società che in qualche modo hanno avuto a che fare con la produzione, lavorazione e posa dei pannelli che componevano la copertura a forma di vela risultata non essere ignifuga, bensì una sorta di conduttore che in pochi minuti avrebbe reso il rogo incontrollabile. L’indagine, oltre agli aspetti relativi alla sicurezza del grattacielo, in particolare i pannelli esterni che alle alte temperature si sono liquefatti riguarda le cause del maxi rogo che si è originato certamente in un appartamento al 15esimo piano e molto probabilmente sul balcone: al vaglio ci sono parecchie ipotesi, tra cui un mozzicone di sigaretta e il cosiddetto effetto lente, mentre è stato escluso un cortocircuito. Per ora è tutto top secret, in mano alla Gdf.