ANCONA – Un Inrca sempre di più orientato all’integrazione con il territorio e alla promozione della qualità di vita di anziani e famiglie. È quanto emerge dal report sull’attività quinquennale 2012-2017 presentato ieri mattina ad Ancona dal Consiglio di Indirizzo e Verifica dell’istituto, alla presenza dei consiglieri uscenti Franco Dolcini, Andrea Gioacchini, Achille Maccaferro e Antonio Lacetera.
Rafforzate le collaborazioni con l’Università Politecnica delle Marche e con il network ministeriale Italia Longeva, per la promozione di una cultura dell’invecchiamento in salute. Le Marche sono infatti tra le regioni più longeve d’Italia e il 25% della popolazione è over 65. Una maggiore aspettativa di vita che fa crescere la domanda di assistenza e servizi dedicati agli anziani.
«Si è agito in un’ottica di legittimazione delle specificità dell’Inrca – ha spiegato il Presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica Monsignor Vinicio Albanesi – a partire dal nuovo ospedale di rete di Ancona sud, dove si è favorito il confronto per un progetto in grado di coniugarsi con le esigenze della ricerca. Un’opportunità, quella della nuova struttura, per ripensare l’intera catena dell’assistenza per la terza età, in un processo che veda una maggior integrazione tra prevenzione, cura e post-acuzie. Curare l’anziano – ha aggiunto – significa assisterlo da vicino quando la malattia è diventata cronica, e prenderlo in carico, in un processo che non lo abbandona mai. Con l’Inrca le Marche hanno l’occasione di candidarsi a riferimento nazionale per la politica sanitaria negli anni a venire, poiché la vecchiaia non è un peso, ma una sfida da vincere insieme a tutte le istituzioni che si occupano di salute».
L’importanza di «perseguire la sfida inedita dell’intergazione con l’ospedale di Osimo, in cui l’Inrca ha un ruolo centrale, a partire dalla definizione di spazi e strutture, e il rafforzamento della mission di ricerca, anche tramite il network con Comune e Regione» è stata ribadita anche da Fabio Sturani Responsabile della Segreteria di presidenza, intervenuto in rappresentanza della Regione Marche, il quale ha sottolineato il ruolo “imprescindibile” dell’Inrca all’interno del Sistema sanitario marchigiano. Sul tema anche l’Assessore ai servizi sociali del Comune di Ancona Emma Capogrossi, che ha ricordato i progetti per la promozione del benessere tra gli over 65 in collaborazione con l’Inrca, come il giardinaggio civico nei parchi cittadini, attivato nell’ambito della Rete Città sane Oms di cui Ancona fa parte.
L’Inrca, fiore all’occhiello nel panorama nazionale dell’attività di ricerca e assistenza sulla longevità attiva promuove una salute dell’anziano orientata in termini di capacità funzionali più che di malattie di cui il soggetto è portatore. Stretto il legame col territorio e le strutture sanitarie presenti. A tal proposito sono in via di sviluppo accordi d’integrazione tra Inrca e Area Vasta 2 per l’ospedale di rete di Osimo e con l’Azienda Ospedali Riuniti di Torrette per la collaborazione nella chirurgia vascolare, nella geriatria e nell’oculistica. Nel Fermano invece l’istituto sta lavorando con l’Area Vasta 4 al trasferimento della geriatria al ‘Murri’. «Il valore di un moderno network di cura ed assistenza, sempre più inserito nel sistema della rete ospedaliera della Regione Marche e delle altre regioni – ha ricordato il Direttore generale Gianni Genga – sta anche nella capacità di essere punto di riferimento e di integrarsi con tutta la rete dei servizi territoriali, tanto più per le attività rivolte alle persone ‘fragili’».
Eccellenza a livello europeo, all’Inrca è stato affidato il coordinamento nazionale della rete degli Istituti a Carattere Scientifico (Irccs) per la ricerca sull’invecchiamento, con l’obiettivo di proporre modelli assistenziali personalizzati e soluzioni di supporto alla famiglia, nel rispetto della dignità della persona e della qualità dell’assistenza. «Sono state attivate partnership con più di 160 centri di ricerca nazionali e internazionali – ha precisato la Direttrice scientifica Fabrizia Lattanzio – che hanno consentito di reperire fondi europei in progetti a tutto campo, dagli studi sui meccanismi biologici dell’invecchiamento e delle patologie età-correlate, all’analisi dei bisogni delle persone fragili, allo sviluppo di programmi di prevenzione della disabilità nella terza età, fino alle nuove tecnologie per la promozione di sani stili di vita come app e social network. In un contesto altamente competitivo e di risorse economiche limitate, lavorare in rete ha consentito di migliorare anche la produttività scientifica», cresciuta del 23% negli ultimi quattro anni, con 437 pubblicazioni solo nel 2016.
Rosa Maria Piccioni, rappresentante del Consiglio di Indirizzo e Verifica (CIV) dell’Istituto per il Ministero della Salute ha ipotizzato per il futuro dell’Inrca una revisione legislativa che imponga una sinergia tra le regioni, dove l’istituto ha sede, mentre Franco Dolcini ha ricordato l’impulso dato dal CIV alla trasparenza e condivisione degli obiettivi, con la pubblicazione di due edizioni del bilancio sociale.