MACERATA – Ascolto, collaborazione e responsabilità. Se dovessimo trovare tre concetti con cui sintetizzare i punti cardini del nuovo prefetto di Macerata, Isabella Fusiello, sceglieremmo questi. Oggi, giorno del suo insediamento, il neo prefetto ha incontrato i giornalisti. Un incontro breve, essenziale, ma non frettoloso: dieci minuti per presentarsi, poco meno per rilasciare le interviste di rito e poi subito al lavoro. E già dalla prima risposta (la domanda era come le era stata presentata la provincia di Macerata) è subito emerso il carattere pragmatico: «Io preferisco rendermi conto sul posto della situazione».
Sessantatré anni, originaria di Andria, dopo due anni e mezzo alla guida della questura di Bologna e prima ancora delle questure di Padova, Potenza, Trieste e Reggio Emilia, da oggi ricopre il suo primo incarico da prefetto a Macerata. È arrivata ieri nel capoluogo di provincia: «Appena ho sistemato le mie cose ho fatto un giro in città ed è veramente carina, pulita e ben tenuta. In generale questa è una regione molto operosa e ricca di industrie di rilievo internazionale».
Come accade in queste circostanze al suo arrivo le sono state presentate le problematiche del territorio: «Insieme alle altre istituzioni – ha spiegato – cercheremo di trovare delle soluzioni. Non sempre i problemi possono essere affrontati in tempi brevi, ma ritengo che se c’è la collaborazione di tutte le istituzioni e ognuno fa la sua parte, i problemi possono essere risolti nel miglior modo possibile. Non è una sola autorità che può risolvere problemi complessi ma occorre il contributo da parte di tutti e spesso lo chiedo anche ai cittadini». Proprio riferendosi a questi ultimi il neo prefetto ha evidenziato: «Sono a disposizione delle istituzioni in città e in provincia e dei cittadini. Ho sempre voluto idealmente la porta aperta e il messaggio è lo stesso anche adesso con questa nuova mia funzione».
Tra i problemi della provincia il più importante e spinoso è sicuramente quello relativo all’Hotel House. «Non è facile da poter risolvere – ha evidenziato Fusiello – visto che è una struttura in cui abitano circa 2.000 persone. È chiaro che non è un problema di uso della forza ma va affrontato sotto diversi aspetti, avremo il tempo di affrontarlo con il contributo di tutti e buona volontà».
A domanda specifica sulla situazione dei Giardini Diaz di Macerata, luogo in cui da anni le forze dell’ordine combattono una costante lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti, il prefetto è andata subito al cuore del problema: «Dovrò sentire le forze dell’ordine e saranno eventualmente intensificati i servizi. Per il piccolo spaccio non c’è uno strumento tale da poterlo contrastare definitivamente, è un reato che purtroppo non consente la custodia cautelare». «L’unico modo per attenuare la percezione di insicurezza del cittadino – ha aggiunto – è il presidio delle forze di polizia che è fondamentale ma una città militarizzata non è una bella cosa. Io ho sempre richiesto un contributo dei cittadini, non tutto dev’essere demandato alle forze dell’ordine, non possiamo metterli dappertutto. È necessario che gli spazi pubblici siano frequentati con eventi e altre iniziative da persone perbene, questo è già di per sé un presidio. Se noi quegli spazi li lasciamo alla mercè di tutti è chiaro che poi vengono occupati da chi svolge attività illecite».
L’ultimo tema posto all’attenzione del prefetto Fusiello è stato quello relativo alla cosiddetta “movida molesta”: «Laddove c’è un’università – ha precisato – c’è una ricchezza che non è solo quella economica. I giovani amano vivere la città e il territorio e spesso le due esigenze tra chi vuole una maggiore tranquillità e chi invece vuole vivere da giovane si contrappongono, ma c’è da trovare il giusto equilibrio».