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Macerata, sicurezza operatori sanitari: pronta la mozione contro le aggressioni

A presentarla i consiglieri dell'opposizione dopo l'episodio in cui è rimasto vittima il dottor Gianni Giuli, primario del Sert. I rappresentanti del centro-destra chiedono iniziative volte a garantire la sicurezza del personale medico in servizio nei vari presidi

MACERATA- I consiglieri di minoranza di Macerata Riccardo Sacchi (Forza Italia), Anna Menghi (capogruppo dell’omonimo Comitato), Deborah Pantana (Idea Macerata), Paolo Renna (Fratelli d’Italia), Maurizio Mosca (Città Viva) e Gabriele Mincio (Città Viva) presenteranno una mozione in Consiglio con l’intento di mettere in atto «iniziative per prevenire e contrastare episodi di violenza a danno del personale sanitario».

Una decisione, quella degli appartenenti all’opposizione dell’assise cittadina, arrivata a seguito delle «cronache dell’ultimo periodo che confermano l’aumento costante di episodi di violenza nei confronti dei professionisti della salute. Basti pensare all’ultimo grave episodio verificatosi lunedì 25 novembre a Macerata ai danni del primario del Sert», il dottor Gianni Giuli, aggredito da un 36enne di San Severino.
«Molto spesso medici, infermieri e operatori sanitari sono esposti a un alto rischio di atti di violenza, in quanto entrano in contatto diretto con il paziente e sono chiamati a gestire rapporti caratterizzati da una condizione di forte emotività da parte del paziente stesso, o dei suoi familiari, che si trovano, il più delle volte, in uno stato di vulnerabilità, frustrazione o perdita di controllo – spiegano i consiglieri di centro-destra -. Criticità che sono ancora più esasperate nei pronto soccorso, nei Sert e nei servizi psichiatrici, servizi pubblici strategici e indispensabili per la collettività».
I consiglieri di opposizione snocciolano poi alcuni numeri sul fenomeno. «I dati dell’Inail confermano che sono mediamente più di tre al giorno gli episodi di violenza che si verificano in Italia contro medici e personale sanitario, ed è paradossale che siano proprio le persone che si prendono a cuore la salute dei cittadini a dover correre il rischio quotidiano di subire danni fisici e morali – osservano -. La Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere stima che siano oltre tremila i casi di aggressione l’anno, solo 1.200 denunciati all’Inail. Quelle raccolte dal sindacato degli infermieri dicono che i più esposti al rischio sono gli addetti al pronto soccorso, con 456 casi nell’ultimo anno, seguiti da medici e infermieri che lavorano in corsia (400), mentre le aggressioni negli ambulatori sarebbero state 320. In 16 casi su 100 è stato necessario ricorrere alle cure di qualche collega».

Un fenomeno che, secondo i consiglieri di minoranza, che esprimono solidarietà e vicinanza a tutti gli operatori sanitari vittime di aggressioni, colpisce maggiormente «i medici di continuità assistenziale, le guardie mediche che sostituiscono i medici di famiglia, di notte e nei festivi, senza dimenticare gli operatori dei Pronto soccorso, dei Sert e dei servizi psichiatrici. È necessario – continuano – adottare tutti gli opportuni provvedimenti al fine di garantire la sicurezza del lavoro svolto dagli operatori sanitari. Anche perché l’attività svolta dall’Osservatorio permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza ai danni di tutti gli operatori sanitari – insediatosi il 13 marzo 2018 presso il Ministero della salute – non è certo sufficiente a porre un argine contro le crescenti violenze a danno degli operatori sanitari».
L’opposizione dell’assise cittadina chiede quindi all’Amministrazione comunale di «intraprendere ogni più idonea iniziativa, per quanto di competenza, e in collaborazione con il Prefetto, le forze dell’ordine e l’Asur, per assicurare ai presidi tutte le misure rivolte a garantire la sicurezza del personale medico in servizio che quotidianamente opera con dedizione e senso del dovere, come previsto dalle normative vigenti».