ANCONA – Al via la raccolta di olive nelle Marche in un’annata segnata dalla siccità, tanto che si stima un calo della produzione di circa il 30% rispetto alla media storica. A darne notizia è Coldiretti regionale secondo cui il raccolto 2017 dovrebbe attestarsi intorno ai 25mila quintali. Rispetto alle previsioni di un mese fa, le piogge autunnali sembrano aver leggermente migliorato la situazione, ma il raccolto sarà comunque notevolmente ridotto, pur se leggermente sopra i livelli del 2016, quando le olive si erano più che dimezzate.
Il calo si deve principalmente alla siccità che ha colpito la nostra regione, con un crollo delle precipitazioni nei mesi da giugno ad agosto che è arrivato oltre l’80% nel confronto con l’andamento stagionale e temperature record, fino a 4,8 gradi in più. «In una situazione dove la stragrande maggioranza degli ettari coltivati non è dotata di impianti di irrigazione, il caldo e la mancanza di pioggia hanno causato la cascola delle olive e impedito la crescita dei frutti. Va comunque detto che la situazione varia considerevolmente da provincia a provincia e da zona a zona. Nel pesarese, ad esempio, si segnala una perdita più ridotta, intorno al 15%, mentre nell’ascolano e nel fermano si arriva al 40%. Ma anche all’interno degli stessi territori si vivono situazioni differenti. In alcune aree dell’interno, ad esempio, si segnala una maggiore produzione grazie al fatto che le temperature sono state più basse rispetto alla costa, ma in altre le gelate primaverili hanno fatto crollare i raccolti», dicono dall’associazione. La buona notizia è che il caldo di fatto ha cancellato gli attacchi della mosca olearia, e la qualità dell’olio marchigiano 2017/2018 sarà dunque elevatissima.
Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, le aziende olivicole nelle Marche sono circa 22.000 su una superficie di circa 10mila ettari di oliveti, con 160 frantoi attivi. Per quanto riguarda il biologico, la aziende sono oltre un migliaio, per una superficie di circa 2.200 ettari. Il valore della produzione olivicola marchigiana è di 20 milioni di euro, mentre quello dell’export ammonta a 2,4 milioni di euro.
Le Marche vantano anche due Dop nel settore olivicolo (Olio di Cartoceto Dop e Oliva Ascolana del Piceno Dop), oltre ad alcune varietà inserite nell’elenco dei prodotti agroalimentari della tradizione (Coroncina, Mignola, Piantone di Falerone, Piantone di Mogliano, Raggia, Raggiola, Sargano di Fermo).