PESARO – I finanzieri del Comando Provinciale di Pesaro, unitamente a personale della Questura di Pesaro, nell’ambito di una operazione di polizia giudiziaria congiunta, hanno eseguito una ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Pesaro – Ufficio gip de dottor Giacomo Gasparini, a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica Pesaro.
L’attività investigativa è stata svolta nei confronti di una persona di 39 anni, residente nella provincia di Pesaro,
che svolge regolarmente sul territorio varie attività imprenditoriali, ma parallelamente aveva avviato, da alcuni
anni, un giro vorticoso di prestiti di denaro, alcuni dei quali a tassi usurari, nel quale erano caduti numerose
persone.
La complessa e articolata attività di indagine svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia
di Finanza e dalla Squadra Mobile di Pesaro trae origine da una perquisizione svolta nel mese di luglio 2022 nel
corso della quale era stata sottoposta a sequestro numerosa documentazione bancaria e finanziaria.
È stata quindi svolta una minuziosa e dettagliata analisi investigativa dei faldoni, delle centinaia di appunti
manoscritti e dei moduli rinvenuti, che ha consentito di ricostruire il volume di denaro che ha movimentato il
soggetto, mettendo in luce complessivamente circa 300 operazioni di prestito svolte nei confronti di circa 280
soggetti diversi, per un importo complessivo di circa 800.000 euro con compensi pattuiti per l’intermediazione e
compensi di tipo usurario richiesti a 3 soggetti.
In particolare l’uomo utilizzava una modulistica prestampata e dedicata all’abusiva attività finanziaria che di
fatto consentiva di censire ogni prestito concesso attraverso la creazione di fascicoli numerati tipo “scheda
cliente”, all’interno dei quali sono stati rinvenuti anche dei titoli di credito trattenuti a titolo di “garanzia” sul
prestito concesso (assegni bancari e cambiali) indicanti importi vari di diverse migliaia di euro.
Inoltre sono state rinvenute delle stampe denominate “piani di rientro” che esplicitano le modalità di
pagamento delle rate con date, importi e capitale residuo, nonché dichiarazioni sottoscritte di “promessa di pagamento e ricognizione di debito” .
L’analisi documentale è stata corroborata dalle dichiarazioni rese dai c.d. “clienti” identificati che hanno confermato l’abusiva attività finanziaria e, in alcuni casi, la condotta usuraria dell’indagato che risulta aver applicato interessi fino al 105%. Inoltre, è emerso che l’arrestato esercitava una vera e propria offerta di prestiti in denaro di sua iniziativa ai soggetti in stato di bisogno e necessità, pretendendo interessi a tasso diversificato, esigendo nel contempo anche garanzie, quali cambiali e assegni bancari in bianco.
Nell’inchiesta vi è un secondo indagato che si è occupato della riscossione “a domicilio” delle rate dei prestiti in
scadenza. L’illecita attività svolta dall’uomo, effettuata in spregio anche alla normativa antiriciclaggio, è stata resa
possibile dall’ingente ed immediata disponibilità di denaro contante dimostrata dall’indagato, in relazione alla
quale sono in corso specifici approfondimenti.
Contestualmente all’esecuzione dell’arresto sono state effettuate varie perquisizioni nei luoghi nella disponibilità
dei due indagati che hanno consentito il sequestro di ulteriore materiale probatorio utile per il prosieguo delle
indagini, nonché è stato sottoposto a sequestro probatorio l’importo di mille e 100 euro, potenziale profitto dei reati
contestati.
L’operazione di servizio, svolta in completa sinergia dalla guardia di finanza e dalla polizia di stato, si inserisce
nella più ampia cornice dell’azione di contrasto ai delitti contro il patrimonio mediante frode promuovendo
anche l’economia legale e il sano funzionamento del tessuto produttivo del territorio.