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Il fascino dell’autunno

Per molti con la fine dell’estate e l’arrivo della prima aria fresca di settembre si fa strada un senso di malinconia. Ma è anche l'inizio di nuovi progetti e di un dolce ripiegamento interiore

Per molti con la fine dell’estate e l’arrivo della prima aria fresca di settembre si fa strada un senso di malinconia. Le giornate più corte, il rientro a casa  con il buio trasmettono un senso di tristezza. Per alcuni il malessere diventa un vero disturbo, una depressione stagionale che alla tristezza aggiunge spossatezza, irritabilità, deconcentrazione e disturbi del sonno. Colpa, in parte, della minor quantità di luce, che a sua volta induce una minor produzione di serotonina, neurotrasmettitore implicato nella regolazione del tono dell’umore.

Ma per altri, l’arrivo dell’autunno è invece un periodo magico, carico di suggestione e di romanticismo e di grande serenità.  Ai colori squillanti e brillanti dell’estate, che richiamano l’allegria anche sfrenata, la vitalità e l’eccitazione, si sostituiscono quelli più scuri e pacati, i marroni, i gialli, i rossi scuri che evocano atmosfere più tranquille e intime.

In realtà anche l’autunno può rivitalizzare, portare una nuova energia, soprattutto perché  lo associamo  all’inizio della scuola, anche quando dopo tanti anni non la frequentiamo più. È rimasta però quella sensazione elettrizzante di un nuovo inizio che si mescolava all’aria fresca di settembre: con ogni nuovo anno scolastico, riprendevano gli impegni e le responsabilità ma anche una nuova carica per nuovi apprendimenti, nuovi progetti, nuove amicizie.

Le foglie che cadono a formare tappeti fragranti sono l’immagine simbolo dell’autunno. Per molti hanno un’accezione negativa: sono evidente metafora della morte di tutte le cose della natura, della fine inevitabile. Tuttavia, è questo  che permette poi alla vita di ripresentarsi a primavera, con nuovi germogli. La natura non muore, solo lavora sotto un sonno apparente. Certamente l’autunno richiama la precarietà dell’esistenza e corrisponde alla capacità psicologica di concedere spazio alla perdita, alla nostalgia, alla lentezza che sono parte della nostra vita, senza negarle o esorcizzarle con un attivismo esasperato o una forzata allegria. D’altra parte, le foglie d’autunno hanno i colori più intensi, accendono i boschi, scaldano l’atmosfera con arancioni e rossi infuocati. Stagione ricca di aspetti ambivalenti, certamente più complessa dell’estate che la precede, l’autunno è  la stagione preferita dalle persone tendenzialmente introverse, che ritrovano nei moti della natura tipici di questo momento dell’anno, una corrispondenza con la propria attitudine a una ricca vita interiore, più ripiegata verso l’interno e la riflessione, piuttosto che proiettata alla ricerca di stimoli esterni.

Le foglie sembrano raggiungere solo con l’autunno la bellezza più fulgida, la massima espressione di sé: proprio nel momento in cui si staccano dall’albero e si preparano a morire. È interessante che qualcosa raggiunga il suo apice proprio poco prima della fine. Questo mi fa pensare a tutte le volte in cui mi sono trovata a conoscere e ascoltare persone che, per l’età o per gravi malattie, erano vicine alla fine della loro vita. Il corpo spesso deteriorato, debilitato dalla vecchiaia o dalla malattia; la prospettiva della fine della vita, l’assenza di una prospettiva. La immaginiamo come la fase più brutta, desolante, priva di senso dell’esistenza, mentre è il momento in cui l’anima sembra davvero raggiungere la sua massima maturazione e la sua migliore espressione.

 

Dott.ssa Lucia

Psicologa Psicoterapeuta

Piane di Camerata Picena (AN)

Montecosaro Scalo (MC)

Tel. 339.5428950

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