FABRIANO – «Un eclettico poeta-ingegnere del fai da te. Umano, simpatico, empatico e con un innato buonsenso». Con queste parole il collega Marco Ottaviani ricorda Roberto Pellegrini, 68 anni di Fabriano, medico anestesista, morto questa mattina presto, 26 marzo. Un lutto che ha sconvolto la città della carta «perché a Roberto era impossibile non voler bene e non provare stima profonda», dichiara Marco Ottaviani.
Tante passioni in una vita vissuta all’insegna della famiglia, del lavoro, della politica, del fai da te, ma soprattutto nell’ascolto dell’altro e nella comprensione. Questo è stato Roberto Pellegrini per Fabriano. Una malattia che non perdona lo aveva duramente provato negli ultimi anni. Ma con la sua caparbietà era riuscito a superarla, seppur molto provato a livello fisico. Purtroppo, quando si pensava ci si fosse messo alle spalle quel duro periodo, un peggioramento del quadro clinico che, nelle ultime ore, non gli ha lasciato scampo. Sposato e padre di due figli, il suo orgoglio e vanto.
«Ci conoscevamo da tanti anni. Dal tempo delle radio libere degli anni ’70 a Fabriano, eravamo concorrenti. Roberto con Radio Stereo Marche, oggi Radio Blu. E io – racconta l’ex sindaco, Roberto Sorci – con Radio Uno Fabriano. Finiva sempre che si usciva insieme, quindi più che concorrenti, grandi amici. Ci siamo ritrovati insieme durante la nostra lunga passione politica nelle fila della Democrazia Cristiana. Una volta finita questa esperienza, ciascuno di noi ha preso strade diverse. Roberto è stato segretario dell’Udc e capogruppo consiliare durante la Giunta guidata da Giancarlo Sagramola. È stato sempre un piacere trascorrere tempo con Roberto a chiacchierare, l’ultima volta – neppure tanto tempo fa – ci siamo trovati insieme, con le nostre famiglie, a un compleanno. Una splendida persona».
«Simpatia, umanità e buon senso, sono queste le caratteristiche che meglio descrivono Roberto, mio amico e collega», evidenzia Marco Ottaviani, dirigente di Dermatologia all’ospedale Engles Profili di Fabriano.
«Un eclettico poeta ingegnere del fai da te: dall’agricoltura alla falegnameria, passando per la poesia. Se non ti dedicava una poesia in vernacolo, caratterizzandoti come solo un animo nobile e arguto sa fare, ci rimanevi male. Ed è per questo che non ha mai negato la sua penna a nessuno. Abbiamo raccolto tutte queste poesie in vernacolo in una pubblicazione L’ospedale d’annata, dove sono caratterizzati generazioni di medici transitati nel nostro presidio ospedaliero. Ho perso un amico», conclude Ottaviani.
Un carissimo amico di Roberto Pellegrini è stato, senza dubbio, Roberto Bellucci, che lo ricorda come «Una figura di primo piano per Fabriano sia a livello professionale che politico. Un uomo preparato e ottimista, l’amico degli amici. Politicamente è stato un onore stare fianco a fianco. Mai una parola fuori posto, ma sempre preparato e competente. Mi dispiace profondamente».
I lettori di CentroPagina mi perdoneranno se concludo, per la prima volta, un mio articolo con una nota personale. Ho avuto l’onore di conoscere Roberto e di intervistarlo molte volte. Mi ha sempre colpito la sua accoglienza verso di me, non fabrianese di nascita bensì di adozione. Sempre disponibile, mai banale, anche le dichiarazioni più forti erano sempre accompagnate da una battuta arguta che mi forniva il titolo per l’articolo. Mi spiace tanto non poter partecipare al tuo funerale per colpa dell’emergenza Coronavirus. Mi metterò in coda, come tanti altri, che certamente avranno inserito nella propria lista delle cose da fare appena la quarantena sarà finita, di porgerti il mio personale saluto.