SIROLO- Individuata una nuova stazione nel comune di Sirolo dell’Himantoglossum Adriaticum H. Baumann, una specie di orchidea molto rara per la zona del Conero e per l’intero litorale marchigiano. Il primo esemplare era stato segnalato nei pressi di Portonovo nel 2010 da Santarello, gioia e meta per gli orchidofili della zona. Nell‘aprile di quest’anno invece, in pieno anticipo sul periodo canonico di fioritura che è maggio-luglio, Alessandro Camilletti ha individuato una nuova stazione nel comune di Sirolo. L’Himantoglossum adriaticum H. Baumann è una pianta perenne il cui apparato radicale è costituito da due grossi tuberi ovoidali. L’altezza delle pianta va dai 30 cm al metro e si presenta con infiorescenza allungata con molti grandi fiori. All’inizio della fioritura il labello è avvolto a molla per distendersi per una lunghezza che può superare i 6 cm non per nulla l’etimologia del nome deriva dal greco ‘himas, himantos‘, cinghia, e ‘glossa‘, lingua.
«Il ritrovamento è importante in quanto garantisce la continuazione di questo genere di orchidea sul Conero e serve tutelare altresì la zona del nuovo ritrovamento in quanto luogo a rischio- commenta Gilberto Stacchiotti, presidente Ente Parco del Conero-. Questi ritrovamenti sono di particolare interesse per gli amministratori locali in quanto Himantoglossum adriaticum è l’unica specie tra le orchidee marchigiane incluse nell’Allegato II della Direttiva del Consiglio d’Europa 92/43/CEE sulla conservazione degli habitat naturali e delle specie di fauna e flora. E grazie a questa scoperta, l’orchidea più rara del Conero è ora presente in appena 3-4 individui di cui uno impreziosisce il territorio sirolese».
Oltre alla specie rara dell’Himantoglossum Adriaticum H. Baumann, sul Conero sono presenti circa 30 specie di orchidee, come l’onnipresente Orchis purpurea. Negli ultimi decenni una mole straordinaria di ricerche, in gran parte merito del prof. Edoardo Biondi, attuale consigliere dell’Ente parco, ha dimostrato l’eccezionale ricchezza floristica dell’area protetta del Conero. «La morfologia del Conero ha scoraggiato l’uso del territorio in modo invasivo e questo ha permesso di salvaguardare la flora- spiega Stacchiotti-. Grazie anche alla posizione geografica, il Conero si rafforza sempre più come emergenza naturalistica, arrivando a vantare quasi 1.200 specie di piante: una biodiversità straordinaria se si considerano i 6.000 ettari di territorio protetto».