OSIMO – Le cessioni della droga avvenivano a domicilio, recapitata direttamente dagli indagati, a tutte le ore del giorno, ad un costo di cento euro al grammo per la cocaina, e dieci per la marijuana. Dalle investigazioni sono emersi 68 chili di marijuana, di cui 39 sequestrati, e tre di cocaina, per un guadagno al dettaglio di 900mila euro.
Stamattina, 15 aprile, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Osimo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di quattro persone, due italiani e due albanesi domiciliati tra Ancona, Loreto e Recanati, emessa dal gip del tribunale di Macerata Domenico Potetti, su richiesta del sostituto procuratore Claudio Rastrelli, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione continuata.
Sono diversi e ancora in corso di definizione i numerosi episodi di detenzione ai fini di spaccio di cocaina e marijuana, dal 2015 fino all’ottobre dello scorso anno, per poi essere oggetto di smercio nelle province di Ancona e Macerata. Sono state impiegate anche unità del Nucleo cinofilo di Pesaro nell’abitazione di Loreto di uno degli arrestati, dove i militari hanno rinvenuto circa 90 grammi di cocaina, motivo per cui l’interessato è stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio, con udienza di convalida fissata a domani (16 aprile).
Sono emersi anche episodi di estorsione con violenza e minacce da parte degli indagati nei confronti di acquirenti per costringerli a pagare i debiti derivanti dalle cessioni di droga. L’attività investigativa condotta dall’Arma osimana è stata avviata nell’ambito di una più generale attività di monitoraggio del territorio, durante la quale sono stati controllati soggetti ritenuti appartenenti ad una rete di spacciatori facenti riferimento alla Riviera del Conero e le zone a Nord del maceratese. Nel tempo sono stati effettuati numerosi interventi che hanno portato all’arresto in flagranza di reato di sette persone ed il recupero di 39 chili complessivi di marijuana e 600 grammi di cocaina. Le comunicazioni telefoniche tra gli indagati ed assuntori avvenivano a mezzo “dati” con utilizzo di social e applicazioni telefoniche, che hanno reso molto difficoltosi investigazioni e controlli.