Jesi-Fabriano

1700 registri, 2mila volumi. Rinasce l’archivio della Cassa di Risparmio di Jesi

Presentato a Palazzo Bisaccioni l’archivio storico che raccoglie la documentazione prodotta dalla Cassa di Risparmio di Jesi. Un tesoro che è tornato fruibile per la cittadinanza grazie al progetto promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi con il benestare della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria e delle Marche

Archivio storico della Cassa di Risparmio di Jesi

JESI – Un tesoro che è tornato a splendere ed è fruibile per la cittadinanza. L’archivio della Cassa di Risparmio di Jesi è stato recuperato, riordinato e inventariato grazie al progetto promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi e con il benestare della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria e delle Marche.

«È l’iniziativa più significativa in quattro anni di mandato» ha detto Alfio Bassotti, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, a sottolineare la grandezza storica e culturale di questo ritrovamento. A presentarlo c’erano Mario Squadroni, soprintendente Archivistico e Bibliografico dell’Umbria e delle Marche e l’archivista Arianna Franceschini che ha fatto un lavoro straordinario. «L’Archivio si compone di 1700 i registri, 2000 volumi oltre a libretti di credito, fotografie e documentazione varia – ha spiegato la Franceschini – Le carte conservate documentano non soltanto la storia della Cassa di Risparmio, ma anche la storia della città di Jesi a partire dalla seconda metà dell’Ottocento fino al 1991, anno della nascita della Cassa di
Risparmio Spa, confluita successivamente in Banca Marche». A destare particolare attenzione è l’istituzione di due asili, un locale sul corso e uno in Costa Baldassini, destinati alle famiglie indigenti. Il materiale ritrovato, che in parte era custodito al Seminario vescovile Regina Mundi, racconta che «si è dibattuto molto negli anni se tenere aperte le due strutture – ha aggiunto Franceschini – a lavorarci c’erano maestre, diplomate e non, un giardiniere, un insegnante di musica. Circa 300 i bambini che li frequentavano, queste strutture erano aperte soprattutto in tempo di guerra. Negli anni Venti si comincia a dire che il personale costava troppo e una manciata di anni dopo gli asili diventano uno solo. Il personale laico viene sostituito con quello ecclesiastico fino a che non chiude definitivamente e il servizio passa alla confraternita di San Francesco».

L’Archivio, in corso di ordinamento e inventariazione, è consultabile previo appuntamento. Per informazioni: info@fondazionecrj.it. La Biblioteca della Fondazione è aperta da lunedì a domenica 9.30-13 e nel pomeriggio 15.30-19.30 (0731 207523).

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