Jesi-Fabriano

#3annisenzagiulio, sit-in a Jesi per ricordare il ricercatore

A tre anni dalla scomparsa di Regeni, Amnesty International si mobiliterà anche in città per continuare a chiedere verità per il giovane italiano sequestrato, torturato ed ucciso in Egitto

Paola e Claudio, i genitori di Giulio Regeni
Paola e Claudio, i genitori di Giulio Regeni

JESI – A  tre anni dalla scomparsa di Giulio Regeni, Amnesty International si mobiliterà in tutta Italia per continuare a chiedere verità per il ricercatore italiano sequestrato, torturato ed ucciso in Egitto. Domani pomeriggio, dalle ore 19, ci si ritroverà in piazza della Repubblica per una fiaccolata, davanti allo striscione affisso sul Palazzo Comunale. Saranno presenti la responsabile di Amnesty Marche Patrizia Corinaldesi, il coordinatore della Consulta Paolo Gubbi e l’assessore comunale Luca Butini.

Bandiera Croce Rossa
Le bandiere esposte sulla facciata del Comune di Jesi

«Da tre anni centinaia di migliaia di persone insieme a enti locali, università, scuole e associazioni chiedono la verità per Giulio Regeni. Abbiamo una speranza: che non ci sia un quarto 25 gennaio senza che siano state accertate per via giudiziaria le responsabilità per la sparizione, la tortura e l’uccisione di Giulio. Continuiamo a chiedere quella verità a due governi: quello italiano che deve reclamarla con azioni più decise e quello egiziano che deve fornirla senza ulteriori ritardi», ha dichiarato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia.