JESI – 70 centesimi in più per ogni singolo pasto, da 5,19 a 5,89 euro, e una maggiore spesa complessiva di 60 mila euro per il servizio delle mense scolastiche fra febbraio e aprile di quest’anno. È l’effetto sull’appalto del Covid. E della necessaria riorganizzazione per erogare in sicurezza gli 84.804 pasti presunti in questi tre mesi negli istituti jesini.
Alla variante sull’appalto, che era stato rinnovato lo scorso ottobre, è appena stato dato il via libera.
Il rispetto delle disposizioni anti contagio ha infatti richiesto di implementare il numero dei refettori dove si utilizza un doppio turno per la somministrazione, con relative sanificazioni pre e post. In alcune strutture il pranzo è somministrato in aula, con sanificazione, in altre i servono pasti in monoporzioni termosigillate. Sono servite nuove strutture per integrare i refettori già esistenti e fruire di spazi che garantissero il distanziamento. Sono stati necessari giri di trasporto aggiuntivi per servire tutti i punti di somministrazione, più operatori e più ore di servizio.
In particolare servono più addetti e ore alla primaria Garibaldi e alla scuola dell’infanzia Kipling per la somministrazione e la sanificazione su un solo turno; alle scuole dell’infanzia Isola Felice e Gola della Rossa, che condividono lo stesso plesso, e alla primaria Cappannini dove si somministra su più turni (come pure alla Rodari e alla Perchi); agli asili Sbriscia e Negromanti dove – come pure all’Arcobaleno – i pasti vengono serviti in aula. Più personale impegnato anche alla Conti, dove si utilizzano monoporzioni termosigillate, e per i nuovi punti di consumo per il distaccamento alla Collodi di una parte della Rodari e per quello della primaria Mestica. In tutto, maggiori costi per 22 mila euro. 13 mila euro in più invece per la preparazione e il confezionamento dei pasti.
Altri 6 mila euro hanno incrementato i costi di trasporto, quasi 7 mila per l’acquisto di nuovi materiali e attrezzature. 5 mila e 4 mila fra dispositivi di protezione e prodotti igienizzanti.