Jesi-Fabriano

Accoltellamento a Jesi, a processo anche il fratello del brasiliano

Dovrà rispondere di tentato omicidio e lesioni aggravate. Ferì anche lui il 19enne nigeriano all’arco Clementino

Arco Clementino, Jesi

ANCONA – Anche lui è finito a processo come il fratello. Tentato omicidio e lesioni aggravate le accuse per un 21enne brasiliano che partecipò all’accoltellamento di un nigeriano di 19 anni all’arco Clementino di Jesi, il 14 novembre del 2020. 

Il fratello più piccolo, 20enne, era stato già condannato a quattro anni, con le stesse accuse, e di recente gli è arrivata anche la conferma di condanna in Appello. Lui avrebbe contribuito all’aggressione picchiando con le mani la vittima che per poco non ci rimise la vita. 

Era scoppiata una lite quel giorno, un regolamento di conti scaturito forse per motivi di droga.

La Procura aveva chiesto il giudizio immediato per il brasiliano più giovane che era finito anche ai domiciliari. Il fratello più grande era rimasto indagato a piede libero. Chiuse le indagini è stato chiesto il processo anche per lui e oggi, nell’udienza preliminare davanti al gup Alberto Pallucchini, la difesa rappresentata dall’avvocato Laura Versace, ha fatto richiesta di abbreviato. L’udienza è stata rinviata all’8 marzo per la discussione. 

Il brasiliano già condannato è ancora ai domiciliari dopo l’arresto della polizia che era scattato il giorno stesso dell’accoltellamento. Era stata la pm Irene Bilotta ad aver chiuso l’indagine per tentato omicidio. Quel pomeriggio i due si erano visti prima al parco del Vallato dove avevano avuto un litigio. Poi si erano incrociati di nuovo all’Arco Clementino dove il brasiliano, aiutato anche dal fratello, aveva tirato fuori il coltello colpendolo più volte e arrivando a sfiorare gli organi vitali del 19enne.

Dopo l’arresto il brasiliano più giovane si era giustificato dicendo di essersi solo difeso perché impaurito visto che il nigeriano lo avrebbe minacciato con un collo di bottiglia.