FABRIANO – Il Comune di Fabriano diffida il Gruppo Fedrigoni per la questione dell’accordo di licenza quinquennale sottoscritto con il distributore internazionale tedesco Jacob Jurgensen per produrre e distribuire in Europa carta per fotocopie Copy 1 e 2 dell’iconico marchio Carta Fabriano, prodotte fino a fine 2024 nello stabilimento di Rocchetta a Fabriano.
«Ho conferito mandato affinché oggi stesso la società Fedrigoni riceva una formale diffida legale da parte del Comune di Fabriano, con la richiesta rivolta al Gruppo Fedrigoni di formalizzare l’impegno di astenersi dall’utilizzare o dal concedere l’uso del nome Fabriano per produzioni che avvengano fuori dal nostro territorio, riservando ogni ulteriore azione legale e risarcitoria a difesa del nome della nostra città e dei suoi lavoratori», la conferma del sindaco, Daniela Ghergo.
Eppure, solo ieri, al termine dell’incontro in videoconferenza con l’assessore al Lavoro, Stefano Aguzzi, l’Ad del Gruppo, Marco Nespolo, aveva dato disponibilità a ritirare l’accordo. Ma a Fabriano non basta, pur esprimendo «soddisfazione per l’intenzione espressa da Fedrigoni», ma ricordando «il pieno appoggio ricevuto dal Ministro Urso, che ha dichiarato di supportare ogni iniziativa legale volta ad impedire l’illegittimo uso del nome Fabriano per carte prodotte al di fuori del territorio di denominazione». Per la Ghergo, «le intenzioni non bastano, soprattutto in un momento in cui Fedrigoni sta dimostrando di avere poco rispetto, oltre che nei confronti della città, del suo nome e della sua tradizione, anche nei confronti dei lavoratori, come dimostra anche il caso dei contratti di somministrazione». Da qui, la decisione della diffida legale perché “non possiamo accontentarci di promesse che non escludono possibili futuri usi impropri del marchio e del nome Fabriano», conclude. Più conciliante la posizione dei sindacati. Le segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Carta e Stampa, infatti, esprimono «apprezzamento per l’apertura dimostrata dall’Ad del Gruppo Fedrigoni, Marco Nespolo, alla revoca dell’accordo di licenza. Lo sollecitiamo a revocarla quanto prima”, scrivono in una nota unitaria. Azienda e parti sociali hanno, quindi, concordato di aggiornarsi alla prossima settimana, quando si terrà un nuovo incontro finalizzato per fare il punto sull’applicazione della Cigs e degli affidamenti ad essa collegati più precisamente ricollocamenti e formazione del personale. «L’incontro si è chiuso con un cauto ottimismo, nella consapevolezza che il confronto tra azienda, istituzioni e parti sociali dovrà proseguire per garantire un equilibrio tra le esigenze industriali del gruppo e la difesa del patrimonio storico e produttivo rappresentato dal marchio Fabriano», si conclude la nota sindacale.

L’altro fronte
Chiusa, sembra, la questione dell’accordo di licenza, si potrebbe aprire un nuovo fronte di frizione. Porre attenzione alla situazione dei circa 100 lavoratori somministrati in missione presso il Gruppo Fedrigoni negli stabilimenti marchigiani che rischiano di non venir confermati per fare spazio ai ricollocamenti dei dipendenti ex Giano srl, istituendo un tavolo permanente per affrontare le problematiche legate alla somministrazione e convocando un incontro urgente con tutte le sigle sindacali di settore per trovare insieme una soluzione per garantire la continuità occupazionale di tutti i lavoratori in missione presso il Gruppo anche attraverso l’utilizzo del fondo nuove competenze. A chiederlo è stato Maurizio Sacchetta, segretario Nazionale Uiltemp e commissario straordinario Uiltemp Marche, all’assessore al lavoro della Regione Marche, Stefano Aguzzi, durante l’incontro di ieri pomeriggio. «Avevamo già evidenziato, in precedenti incontri con l’assessore Aguzzi, che l’azienda aveva già pianificato di ricollocare gli esuberi dello stabilimento di Giano, lasciando a casa i somministrati e causando una perdita di occupazione in un territorio fortemente colpito come quello del Fabrianese. Oggi, tutto ciò diventa realtà e questa decisione, che interessa circa 100 lavoratori, è inaccettabile», prosegue Sacchetta, parlando di «impegni disattesi» visto «che l’azienda aveva garantito che, per la ricollocazione degli esuberi, non avrebbe sostituito i lavoratori somministrati, impiegati in Fedrigoni o negli altri siti produttivi di Castelraimondo, Pioraco e Ritrama con dipendenti ex Giano». Dal sindacato si ribadisce la «contrarietà a questa situazione e ci attiveremo con ogni mezzo a nostra disposizione per fermare questo meccanismo iniquo», conclude richiamando la Fedrigoni alla «propria responsabilità sociale bloccando il percorso avviato di interruzione dei contratti commerciali con le Agenzie per il Lavoro coinvolte».