JESI – «Ringraziamo il buon senso che ha prevalso su tutto e il grande cuore degli jesini che con il loro aiuto hanno contribuito a salvare la vasca. Grazie grazie grazie». È quanto scrivono i commercianti del centro storico di Jesi, non appena formalizzato il semi-rinvio dei lavori di Corso Matteotti. Ma gli attriti fra maggioranza e opposizione sono ancora consistenti.
«C’è stato un accordo tra Comune e ditta assegnataria dei lavori (secondo quanto avevamo auspicato anche nel dibattito in Consiglio comunale), senza consultare al riguardo i più diretti interessati, e cioè i commercianti del Corso che avevano evidenziato la questione – tuona Jesi in Comune -. E ora il Comune semplicemente “chiede” un “formale assenso” alle associazioni. Strano modo di intendere partecipazione e dialogo: prima decidono, poi pretendono l’assenso, prendere o lasciare. È la strategia consueta di questa amministrazione: mettersi in condizione di non poter tornare indietro per evitare di discutere. Le pratiche di questo appalto, in particolare, sono state velocemente definite durante il periodo del lockdown. Jesi in Comune, da parte sua, oltre che chiedere il rinvio dei lavori del Corso, ha fatto proposte ragionevoli già da molti mesi a questa parte su questioni come la riorganizzazione dei parcheggi del centro storico, l’evitabile spostamento della statua di Pergolesi e la necessità di una moratoria dell’inizio dei lavori sul corso già ante covid e infine ha fatto proposte, parziali quanto si vuole ma concrete, sul rilancio dell’economia. Non per raccogliere voti (la maggioranza rimprovera ai commercianti una sorta di tradimento elettorale…), ma nell’interesse dei cittadini qualsiasi lavoro essi svolgano. Per questo, e perché abbiamo detto che l’amministrazione è stata “testarda” nel ribadire le tempistiche dei lavori, siamo stati definiti “sciacalli” dai consiglieri comunali di maggioranza. Vero che abbiamo sempre usato un linguaggio molto diretto e spesso ironico. Talvolta l’ironia ha sconfinato nel sarcasmo e quando al di là delle intenzioni qualcuno si è offeso ci siamo scusati anche per questo fatto soltanto. In cambio riceviamo continuamente in riposta attacchi personali e affermazioni sguaiate. Ciò travalica i limiti della dialettica politica e dà la misura dell’esaurimento della retorica (la “novità”) su cui si è appoggiato il successo di questa maggioranza».
«I lavori di rifacimento della vasca di Corso Matteotti partiranno in maniera soft, con i vicoli laterali, a settembre, pausa per gli acquisti di Natale, per riprendere poi in maniera decisa e continuativa da Gennaio 2021 – ricorda Jesiamo -. Aggiudicata la gara e trovata la disponibilità della ditta vincitrice, a cui vanno assegnati i meriti di aver accettato questo iter operativo, è necessario effettuare alcune considerazioni su questa vicenda che vede ora un carro dei vincitori, se di competizione si poteva parlare, estremamente affollato. La maggioranza tutta e compatta e senza distinzioni ha da sempre avuto un dialogo con le associazioni di categoria affinché i lavori avessero il minor impatto possibile sul commercio. Sul carro sono saliti tutti coloro che ad inizio anno avevano votato contrari alla realizzazione del Corso, bocciando la pratica con cui si impegnava il Comune a contrarre un mutuo finalizzato a dare inizio, a 20 anni dal progetto, ai lavori di rifacimento della pavimentazione di Corso Matteotti. Non stanziare risorse equivale a dire “noi quell’opera non la vogliamo”. In quel caso l’interesse della città e dei commercianti, per avere finalmente una pavimentazione consona ad un centro importante come quello di Jesi, con i risvolti turistico economici, furono messi da parte da tutta l’opposizione che nella realizzazione della “vasca” intravedevano un’altra pagina di buona amministrazione: non fosse mai. 20 anni dopo il progetto si doveva ancora attendere, non si sa cosa».
A detta del gruppo di maggioranza, dunque, «aspettare, perché qualcuno in quei mesi aveva addirittura profetizzato l’emergenza derivante dal covid, il “noi l’avevamo detto” è qualcosa di più di un sinistro presagio, è un cambio di vento deciso verso coloro che da “non interessanti” diventano politicamente molto attraenti: i commercianti. Ecco allora l’affiancarsi a loro nella battaglia, spingere per posticipare i lavori al 2021, ipotesi non perseguibile in partenza per ovvi motivi di capitolato e di bilancio, eppure sventolata come la migliore soluzione, vendendo ciò che già in partenza non poteva essere commercializzato: ma l’onda va sempre cavalcata. Un carro già diventato carrozzone quello dell’opposizione, pronto per le elezioni del 2022 quando diranno che il nuovo Corso era in cima alle loro priorità, come la messa in sicurezza delle scuole».