JESI – Alessandro Nanni, titolare di Soluzioni srl, sta rivoluzionando la comunicazione della Sicurezza sul lavoro, creando un metodo di formazione divertente, coinvolgente, efficace. Ha crescente successo il suo Play Sicurezza, anche perché lo divulga… in teatro. Sissignori, in teatro. Dopo lo straordinario successo alle Muse di Ancona nel maggio 2017, gremito in ogni ordine di posto, Nanni ha riempito il Teatro Pergolesi di Jesi di imprenditori, lavoratori, artigiani, industriali, sindacalisti, responsabili servizio prevenzione e protezione, autorità con lo spettacolo “Sicurezza Infinita“. Non è stato un bis dell’evento in Ancona ma un’evoluzione. Perché l’innovativo concetto è diventato nazionale con il circuito “Italia Love Sicurezza” di cui Alessandro Nanni è ambasciatore. La missione era proprio quella, cambiare il modo di comunicare salute e sicurezza nelle Marche. E l’obiettivo è stato pienamente raggiunto.
“Sicurezza Infinita” è andato in scena con il patrocinio del Comune di Jesi, di Confapi e Confindustria Marche Nord. Sono stati brillanti Daniela Gurini e Alessandro Nanni nella conduzione dello spettacolo che ha visto momenti di vero teatro alternarsi a famosi monologhi sulla Sicurezza, i Ted speech focalizzati sul safety che riscuotono tanto successo soprattutto sull’web e sui social.
Marco Trozzi e Ilaria Niccolini, collaboratori di Soluzioni, hanno commosso con i loro interventi rispettivamente sul futuro della figlia e sul potere della sicurezza. Poi si è volato alto con Vito Schiavone, responsabile del servizio prevenzione e protezione dell’Agenzia spaziale italiana, con il suo intervento “Tra corsa e Sicurezza”.
Ha concluso gli speech Sergio Casella, presidente della Divisione Pcmc (Paper converting machine company di Lucca) della multinazionale americana Barry-Wehmiller, che ha introdotto la sua visione di misurare il nostro successo da come tocchiamo la vita delle persone. Quindi, se una multinazionale che fattura oltre 3 miliardi di euro e che conta più di 12 mila collaboratori in tutto il mondo si pone come sfida principale quella di far tornare la sera a casa le persone in buona salute, motivate e appagate, allora vuol dire che la sicurezza è una leva che aumenta la produttività!
Quindi il messaggio è: la tua azienda continua con il passato o è pronta ai nuovi metodi del futuro?
Già questa “provocazione” basterebbe a scuotere la platea, che solitamente nell’immaginario comune considera la formazione in tema di sicurezza come un noioso obbligo. Invece va in scena un case history di successo: un video conduce il pubblico nel piazzale dell’azienda STA 2000 di Castelplanio dove recentemente è stata organizzata dagli operai la Festa della Sicurezza. Da sottolineare “dagli operai”. Infatti, dopo un percorso di due anni con il metodo Play Sicurezza, hanno voluto raccontare come il cambiamento possa trasformare gli obblighi in opportunità di crescita.
Si abbassano le luci, s’alza il sipario e la Gurini introduce l’atteso spettacolo della compagnia teatrale Rosso Levante. Il virus che ti salva la vita di Silvia Cattoi e Juri Piroddi è lo spettacolo della straordinaria compagnia teatrale Rossolevante, ormai specializzata in tema di sicurezza, soprattutto perché ci crede nel profondo e ne condivide i valori. Una narrazione immaginifica divisa in sei episodi, uno strumento utile per avviare, da subito, quel cambiamento personale e culturale che può contribuire a rendere questo mondo un posto più sicuro e quindi migliore. Una forma di comunicazione non convenzionale che coinvolge il cuore, le emozioni e, proprio per questo, capace di generare il cambiamento necessario per comprendere che la sicurezza è dentro di noi, è un’energia orizzontale che attraverso i gesti condivisi, trasforma la realtà in cui viviamo. Come le scatole di cioccolatini che al termine dello spettacolo sono state fatte girare tra il pubblico: un piccolo gesto, un cioccolatino condiviso per ogni persona è capace di rendere dolce la realtà di tutti.
Mentre il numeroso pubblico lasciava il teatro, s’intrecciavano i commenti, il plauso agli artisti e agli organizzatori. Molti si chiedevano quale fosse il luogo giusto per parlare di sicurezza sul lavoro? Quale pulpito sia idoneo per dire che nel 2018 sono morte sul lavoro 703 persone e che altre 747 sono morte sulle strade andando o tornando dal lavoro.
Come si fa a insegnare che la sicurezza è una scienza, una filosofia di vita, una disciplina, un metodo e che non può essere percepita come una noiosa e burocratica imposizione di legge? Argomenti che televisioni, quotidiani e settimanali trattano troppo marginalmente o solo quando ci sono incidenti mortali eclatanti. E che nelle chiese vengono ricordati soltanto durante i funerali. Domande in attesa di risposte.
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