JESI – Aveva guidato la richiesta di 298 donne jesine, determinate a chiedere al re di poter votare al plebiscito per l’Unità d’Italia. Nonostante ciò, Rita Lanari è una jesina poco conosciuta in città.
Il re non rispose mai alla richiesta delle nostre concittadine ma questa storia è nero su bianco nel Dizionario delle donne marchigiane presentato a Palazzo Bisaccioni. Il volume voluto dall’Associazione di Storia Contemporanea è stato presentato ieri (9 marzo) a Jesi da Paola Sabbatini per il Centro Cooperativo Mazziniano e Marco Severini che ha curato l’opera insieme a Lidia Pupilli. «Il Dizionario vuole dare spazio e valore alle donne marchigiane – ha detto Sabbatini – Ha riconosciuto il ruolo storico di circa 300 donne ed è stato un grande lavoro di ricerca visto che per molte di loro il materiale storiografico a disposizione non è certo generoso. Il volume, in ordine alfabetico, inizia con la jesina Valeria Abbruzzetti, in arte Valeria Moriconi, ma tante sono le concittadine meno note cui questo volume ha dato risalto».
Il lavoro è stato svolto da Severini e Pupilli, insieme a 34 studiose italiane e due straniere: «Questa opera è un punto di partenza che speriamo di poter ampliare. Il criterio con cui sono state scelte le donne inserite è biografico. Abbiamo deciso di inserire le donne famose ma anche quelle che hanno svolto lavori “normali” ma magari sono state impegnate come attiviste, in politica, nel sindacato, come femministe. Abbiamo raccontato la storia di Ginevra Corinaldesi di Serra San Quirico, primo medico condotto donna delle Marche, certo Maria Montessori, ma anche Rita Lanari jesina di cui nulla si sapeva finché non è cominciata ad apparire come moglie di un Honorati. Fu lei a guidare la richiesta di 298 donne jesine che volevano votare per l’Unità d’Italia». Alcune copie del volume sono state distribuite nelle librerie delle città dove è stato presentato.