JESI – Allagamenti in città, «perché non organizzare gare di canottaggio?». A chiederlo, con tanta rabbia e altrettanto sarcasmo, è Marta Tacconi, di professione pianista. L’artista jesina, componente – fra le tante collaborazioni – anche degli Onafifetti, si sfoga dopo aver combattuto un fine settimana intero contro acqua e fango per limitare i danni nella sua abitazione. Punta il dito contro la prevenzione dell’emergenza alluvione da parte dell’amministrazione comunale.
«Caro Signor Massimo Bacci, Sindaco di Jesi – scrive Tacconi, come fosse un’interrogazione consiliare -, tenuto conto che il Comune non provvede alla cura della piazzetta 8 Marzo e quindi i numerosi tombini dello spazio pubblico sono completamente ostruiti, la potatura dei frondosissimi alberi non viene fatta da anni e la raccolta del fogliame abbondantissimo viene effettuata nei 12 mesi un numero di volte inferiore a quello delle dita della mano, ispirata dalla situazione di emergenza di sabato 1 settembre, dalla piazza trasformata in un immensa piscina, dagli appartamenti completamente allagati fino al ginocchio con migliaia di euro di danni, da lunghe ore in un cui l’intero quartiere ha fatto squadra facendo il possibile per scongiurare danni ancor più gravi, considerato che esistono numerose segnalazioni sullo stato pietoso in cui vertono i tombini, e non solo, dello spazio pubblico, effettuate di persona, su Whatsapp comunale e per iscritto, mai prese in considerazione, -al fine di potenziare le risorse della Piazza, che nello stato in cui verte non riesce ad esplicare al meglio la sua funzione aggregativa, essendo Jesi una città attivissima dal punto di vista sportivo propongo di utilizzare lo spazio in oggetto per organizzare gare di canottaggio».
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L’artista jesina “alimenta” ulteriormente la sua presa di posizione, sempre con profondo sarcasmo: «Siamo già provvisti di una valida squadra. Qualora il progetto non fosse realizzabile, suggerisco di mandare al più presto un autospurghi a ripulire i tombini che, date le condizioni di emergenza, noi cittadini abbiamo già personalmente liberato come meglio potevamo, senza però riuscire in un azione risolutiva che prevede personale e attrezzatura adeguati. Il costo dell’autospurghi è di 80 euro l’ora; con un paio d’ore di lavoro si può risolvere il problema. In caso contrario, le ricordo che il Colosseo era in grado di ospitare delle vere e proprie battaglie navali al suo interno e che potrebbe essere interessante realizzare, seppur in maniera più modesta, qualcosa di simile qui a Jesi».