JESI – Ancora qualche giorno di attesa e Amazon potrebbe formalizzare, con la firma del contratto, l’approdo all’Interporto. Il progetto, stando a quanto trapelato finora, è destinato a mutare lo sviluppo industriale e commerciale di Jesi e della Vallesina: si parla infatti di un hub logistico, punto di riferimento del colosso dell’e-commerce per il sud Europa, da oltre 60 mila metri quadrati per un migliaio di assunzioni dirette. Nulla è ancora definitivo, se non la manifestazione di interesse a insediarsi nell’area della Coppetella.
«La vicenda dell’insediamento Amazon nella zona interporto – scrive Jesi in Comune – non è una questione privatistica che può essere gestita e decisa nelle segrete stanze e senza il coinvolgimento del consiglio comunale e della città intera. È una sfida cruciale per il futuro della nostra comunità che avrà conseguenze imponenti sotto il profilo economico, sociale, urbanistico ed ambientale. Non può decidere il Sindaco (tra l’altro a fine mandato) da solo, come fosse il presidente di un CdA di una società privata. Abbiamo tutti il diritto ed il dovere di poter partecipare al percorso decisionale e non solo alla fine, a giochi fatti, quando si tratterà di dare l’ assenso alla variante urbanistica. Per questo presenteremo anche un’interrogazione per il prossimo consiglio comunale, per chiedere appunto quali siano le intenzioni dell’amministrazione comunale rispetto alla condivisione, alla partecipazione ed alla trasparenza che fino ad ora sono mancate».
L’investimento dovrebbe ammontare a 4-5 milioni di euro. Si attendono la valutazione di impatto ambientale del Ministero competente e la variante urbanistica del consiglio comunale di Jesi. Sulla vicenda ha preso posizione anche Pierluigi Bocchini, presidente di Confindustria Ancona: «Questa notizia ci dimostra e conferma che se si vogliono creare nuovi posti di lavoro e non perdere quelli esistenti occorre essere attrattivi come territorio e come Paese anziché sforzarsi per individuare orpelli legislativi anti delocalizzazione per chi ha già deciso di andarsene. È dunque opportuno riflettere su serie politiche di incentivi per chi decide di investire e creare lavoro nel nostro territorio».