JESI – «Amazon all’Interporto, parliamone». È Stefano Bornigia del Pd a esortare sindaco e giunta. Il colosso multinazionale, come noto, ha messo sugli occhi sui terreni dell’area intermodale della Coppetella e sta trattando con privati e regione per realizzarvi un hub di enormi proporzioni che darebbe lavoro a un migliaio di persone e diventerebbe il punto di riferimento del gigante dell’e-commerce nel sud d’Europa. Ci sono ancora questioni aperte e non si esclude che la trattativa possa saltare. La fase è molto delicata e diverse altre città fra Marche e Abruzzo si sono fatte avanti per ospitare Amazon.
«Rimangono aperti aspetti legati a rapporti fra privati: ci auguriamo, dovremmo esserci vicini, che si risolvano e in poco tempo di avviare gli ultimi atti amministrativi necessari e poi la procedura di Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività, nda) – le parole del sindaco Massimo Bacci -. Il Comune è coinvolto a livello urbanistico, non per i rapporti fra privati e chi si deve insediare. Qualche problema c’è ancora se, ad oggi, alcune situazioni devono essere chiarite, questo non è avvenuto e non c’è la certezza di un iter concluso».
Una vicenda che, a detta del Pd jesino, andrebbe affrontata coinvolgendo la cittadinanza. «Questa – afferma è una questione di una importanza economica, sociale e persino ambientale di grandissimo rilievo per la nostra città che l’attuale amministrazione non ha però mai sentito il bisogno di condividere con i cittadini di Jesi. Non ci stupisce, è il tratto di un metodo che oramai rientra nella consolidata cifra stilistica di questa amministrazione cittadina ma che continuiamo a definire, sinceramente e semplicemente, inaccettabile. Troppo grandi le questioni e le opportunità che si presentano all’orizzonte, per poterle ritenere assorbite dalla sola azione amministrativa. A meno che non si pensi che il Comune sia un C.d.A. e non la casa di tutti i cittadini. Più volte abbiamo richiesto notizie in Consiglio Comunale, senza mai avere riscontri. Viste però le notizie che continuano ad arrivare da fonti qualificate, chiediamo con forza alla giunta comunale di Jesi di avviare un confronto aperto con la città e renderla partecipe di questo possibile, par di leggere probabile, epocale cambiamento».
Perfezionato da qualche mese, ormai, il piano di risanamento della società Interporto. Con la vendita del terminal intermodale e l’aumento di capitale sottoscritto da Regione (che ora detiene il 95% delle quote), Provincia di Ancona, comuni di Jesi e di Morro D’Alba e cooperativa Tadamon, si apre una fase nuova. «Per il nostro territorio è una svolta fondamentale, un’infrastruttura per troppi anni praticamente ferma, che può diventare strategica per lo sviluppo di Jesi e delle Marche – ha riferito il sindaco Massimo Bacci -. La logistica, in questo momento storico, è fondamentale. Abbiamo una fortuna incredibile di poter contare su porto e aeroporto nelle immediate vicinanze. Serve una sinergia vera e concreta fra queste infrastrutture. La struttura intermodale jesina potrà fungere da volano economico. Ci sono i presupposti, a mio parere, per avere un grande ritorno. Noi faremo tutto ciò che serve per sviluppare l’Interporto, affinché possa essere parte attiva all’interno della piattaforma logistica delle Marche (porto-aeroporto-interporto), assolutamente da potenziare e consolidare. C’è stata la volontà politica di risolvere le problematiche, ringrazio pertanto la Regione e i tecnici».