Jesi-Fabriano

Staffolo, telecamere in azione per stanare chi abbandona rifiuti

Sono entrate in funzione oggi le tre postazioni fisse di videosorveglianza per individuare, ed eventualmente sanzionare, gli illeciti. L'obiettivo è aumentare la raccolta differenziata

Telecamere di video sorveglianza a Staffolo

STAFFOLO – Telecamere in funzione nella frazione di Coste (zona industriale), in contrada San Pietro e in prossimità del magazzino comunale. Da oggi, 9 aprile, le tre postazioni fisse di videosorveglianza sono attive. Consentiranno di individuare chi abbandona rifiuti al fine di correggere l’illecito, ove sia possibile, e/o sanzionare.

Sabato 31 marzo è stata organizzata in sala consiliare un’assemblea pubblica rivolta alla cittadinanza, il cui titolo era “Il gesto giusto”, finalizzata proprio ad illustrare le corrette modalità di conferimento dei rifiuti, ricordando ovviamente l’accensione del sistema di videosorveglianza. Diversi i suggerimenti e le osservazioni pervenuti dai cittadini. «Diamo il via a questo “secondo tempo sperimentale”, al termine di un percorso di sensibilizzazione e di informazione (che continueremo a fare) – spiega l’assessore, Selena Morici – consapevoli della centralità di un tema non trascurabile: il rispetto dell’ambiente».

Resta bassa, infatti, la percentuale di raccolta differenziata a Staffolo. L’Europa impone il 65%, percentuale superiore di circa 15 punti rispetto a quanto totalizza attualmente l’affascinante borgo del Verdicchio. Ad influire su questo non soddisfacente risultato sono anche coloro che, residenti in altri Comuni, gettano i rifiuti all’interno dei confini del paese, andando automaticamente ad aggravare la percentuale di riciclo.

«Abbiamo fatto campagne informative nelle scuole, organizzato le giornate di “Puliamo il Mondo”, oltre a percorsi naturalistici e campagne di informazione – specifica sempre l’assessore all’ambiente -. Ma ciò non è evidentemente bastato per raggiungere una percentuale appagante di raccolta differenziata. Questo è un tentativo che facciamo, con l’auspicio che possa stimolare ulteriormente buone pratiche, anche per capire se gli atteggiamenti scorretti dipendono da scarsa informazione, così da poterli correggere, o da assenza di educazione o senso civico, necessariamente da sanzionare».