Jesi-Fabriano

Caterpillar, Acquaroli: «Rischia di creare dramma sociale ed economico. Subito sul tavolo del governo»

Vertice in Regione tra Giunta, capigruppo e sindacati, a margine del Consiglio regionale, per fare il punto sul caso Caterpillar, la multinazionale che ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Jesi

Il confronto in Regione tra Giunta, capigruppo e sindacati sulla Caterpillar di Jesi

ANCONA – «La vicenda Caterpillar è sconcertante e inaccettabile». Lo ha detto il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, parlando con i giornalisti al termine dell’incontro odierno in Regione, tra Giunta, capigruppo e sindacati, dopo che l’azienda ha annunciato l’intenzione di chiudere il sito produttivo con sede a Jesi entro marzo. Un fulmine a ciel sereno per i 260 dipendenti e le loro famiglie.

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Secondo il governatore «è un precedente che rischia di creare un dramma dal punto di vista sociale ed economico per il nostro territorio e credo che debba essere subito portato sul tavolo del governo nazionale e delle istituzioni parlamentari. In quei tavoli e in quel contesto bisogna arginare una azione unilaterale fatta da una multinazionale che dopo 94 anni in 2 minuti vuole chiudere la storia di un territorio senza alcun preavviso e senza una ragione riconducibile alla competitività se non quella di ottenere maggior profitto dal lavoro della loro azienda. Un precedente molto “inquietante”».

Il confronto in Regione tra Giunta, capigruppo e sindacati

Al tavolo le rappresentanze sindacali hanno chiesto un intervento diretto alla Regione e una intermediazione al Mise. Il governatore ha assicurato l’impegno dell’ente spiegando «ci sarà la ricerca del contatto con i responsabili dell’azienda locale e dall’altra parte il presidente del Consiglio Dino Latini invierà una lettera a nome di tutti i gruppi al presidente della Camera e del Senato, mentre io ho già pronta una lettera per il presidente del Consiglio e il Ministro».

L’assessore regionale al Lavoro Stefano Aguzzi, che ha preso parte questa mattina al presidio dei lavoratori a Jesi, ha sottolineato che la chiusura «sarebbe una tragedia per il nostro territorio che, come Regione Marche, vogliamo assolutamente evitare. Per questo motivo – prosegue – , senza perdere tempo, questa mattina abbiamo sospeso il consiglio regionale per incontrare i referenti sindacali con tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione perché è giusto che questa cosa venga affrontata tutti insieme. E’ inammissibile infatti che passi il principio che un’azienda possa abbandonare un territorio da un giorno all’altro, senza una motivazione valida o uno stato di crisi, per delocalizzare. Sarebbe un precedente pericolosissimo per tutto il Paese – conclude – e in particolare per le tante famiglie che lavorano in queste imprese. Faremo tutto quanto è in nostro potere per evitarlo».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale, Carlo Ciccioli, aggiunge: «È assolutamente intollerabile l’atteggiamento delle multinazionali presenti anche nelle Marche che prima prendono professionalità e non solo, dal territorio e, poi, decidono di delocalizzare dalla sera alla mattina. Occorre che il Governo agisca in tempi rapidi e non certamente solo sulla comunicazione dei licenziamenti meno impattante che le multinazionali dovrebbero assumere: la raccomandata piuttosto che il messaggio su WhatsApp».

Il confronto tra Giunta capigruppo e sindacati su Caterpillar

Secondo Ciccioli «occorre pensare ad una nuova proposta: lo stato deve rifondare una nuova IRI, che per legge acquisisca gli stabilimenti delocalizzati e riassuma i tecnici, impiegati e lavoratori, con emissione di azioni speciali uninominali alle maestranze per responsabilizzarle e farle partecipare al capitale e coinvolgerle nel progetto industriale. Quindi, il ritorno sul mercato. Trattandosi di aree di crisi sono consentiti dalle leggi europee interventi di capitalizzazione delle società, ovviamente andranno implementati».

L’auspicio del capogruppo di Fratelli d’Italia è anche che «su questo tema» ci sia «una forte presa di posizione da parte della conferenza Stato-Regioni, visto che si tratta di una problematica comune a tutti i nostri territori regionali. Un fronte comune delle Regioni, associazioni di categoria e parti sociali, per chiedere al Governo interventi in tempi rapidi e utili a fronteggiare questo Far West al quale occorre mettere un freno in tempi rapidissimi e mettere in fuori gioco le multinazionali che considerano l’Italia un territorio da conquistare, spremere ed abbandonare».

I sindacati al confronto con la Regione su Caterpillar. Al centro Tiziano Beldomenico, segretario regionale Fiom Cgil

Sulla vicenda interviene anche Articolo Uno Ancona che parla di scelta «inaccettabile da parte della multinazionale americana. Inaccettabile e vergognosa. A pagare il prezzo della chiusura saranno 260 Lavoratrici e Lavoratori. Paghiamo, ancora una volta, la scelta di questo capitalismo di rapina che si serve delle vite di Lavoratrici e di Lavoratori».

Secondo il partito «Lavoratrici e Lavoratori non possono e non devono essere lasciati soli nella difesa dell’occupazione e della dignità del Lavoro. Quando vengono presi di mira il Lavoro, la sua dignità e la giustizia sociale è indispensabile una lotta unitaria delle forze popolari e sociali. Difendere il Lavoro significa difendere la Costituzione italiana nata dalla Resistenza. Difendere il Lavoro significa difendere la Democrazia».

Maurizio Mangialardi, capogruppo Pd al tavolo di confronto tra Regione, capigruppo e sindacati su Caterpillar

Al tavolo con la Regione anche il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi che parla di vertenza nazionale, invocando «un impegno diretto del governo per il ritiro immediato della procedura di mobilità». «La politica regionale è unita – afferma – al fianco dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, per far sì che la vertenza Caterpillar assuma carattere nazionale e veda l’impegno diretto del governo affinché si trovi una soluzione per scongiurare la perdita di centinaia di posti di lavoro. In tal senso mi sono già attivato con il ministro Orlando e il segretario Letta affinché venga fissato e perseguito il primo fondamentale obiettivo: il ritiro della procedura di mobilità che porterebbe in soli 75 giorni al licenziamento dei lavoratori e alla chiusura della fabbrica».

Secondo il dem «è fondamentale che come avvenuto nel caso di Elica, al governo, alle istituzioni del territorio e ai sindacati venga concesso il tempo necessario per costruire il percorso migliore a salvaguardare il sito produttivo e a tutelare i livelli occupazionali. E’ inaccettabile, anzi è vergognoso – aggiunge Mangialardi – che una multinazionale come Caterpillar decida senza il minimo di scrupolo di calpestare i diritti e le vite di oltre 250 lavoratori che, come sappiamo bene, hanno reso questa industria un modello produttivo tutt’oggi in piena salute, con bilanci in attivo e senza alcuna difficoltà sul piano finanziario, cancellando di punto in bianco una storia quasi centenaria. Qui non c’è una questione di costo del lavoro o di elevata pressione fiscale, ma la scelta di un’azienda che, violando il principio costituzionale del valore sociale di impresa, decide di dismettere un sito per investire su altri mercati sulla base di freddi macro numeri economici, senza alcun riguardo per il territorio, i lavoratori e le loro famiglie».

«La vicenda Caterpillar è emblematica della necessità di difendere l’occupazione nei territori – afferma il consigliere regionale e vice capogruppo in Consiglio Regionale della Lega Marche, Mirko Bilò – Giusto l’intervento del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli che ha annunciato l’impegno a portare sul tavolo del governo nazionale e delle istituzioni parlamentari il caso specifico».

Secondo Bilò «occorre fare in modo che le imprese che beneficiano di sgravi ed investimenti da parte del governo non possano più delocalizzare le produzioni all’estero. Per questo è necessario un intervento nazionale sulla questione, in modo che non si possa più fare tabula rasa della storia economica di un territorio. Tutte le forze politiche e i sindacati devono fare squadra in questo momento così delicato, per difendere il lavoro e garantire un futuro alle famiglie dei dipendenti dell’azienda. Garantiremo il nostro impegno in tal senso, come forza politica. Non si può più consentire alle imprese per mero profitto di cancellare posti di lavoro. E’ inaccettabile».